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Data: 06 marzo 2005
Ora: 21:30
Locale: Teatro alle Vigne
Città: Lodi (Lo)

Informazioni:

TEATRO ALLE VIGNE
via Cavour, 66 - Lodi
Biglietti: posto unico euro 20

Da MICHI il racconto della serata.
Lodi a Lodi.

Sull’acqua non restano segni, ma te ne lascia addosso. Si arriva con quelle 3 ore e mezza d’anticipo che sono il minimo, potendo, e i suoni nuovi ‘sorreggono il dilemma tra l’assistere e il fumare’, ovvero: pilucco subito o mi lascio tutte le sorprese per il concerto?
Nel dubbio meglio fermarsi ad ascoltare qualcosa, che spesso le prove sono un buon termometro del tono della serata ed un’insolita occasione per veder Marina trascinata in una…una….(spetta che le chiedo)…Setnia vertiginosa (bravi che siete!), il Baffo protettore delle ballerine, o semplicemente per stare il più scomposti possibile sulle poltroncine tra amici veri e caramelle sintetiche a parlar troppo forte.
Il teatro è una chiesa sconsacrata, non riesco ad immaginare un’ambientazione più gotica, ma sarà ancora buona per un’Avemaria durante lo spettacolo.
9 e 30 entra el Baron e altro che “tappa i urecc”, la platea le sgrana, così come gli occhi per assorbire tutto il nuovo.
Dopo il primo pezzo via il cilindro e poi via la giacca e la fantasia è l’appendiabiti dove appoggiare musica e improvvisazione.
Il palco è pieno, lo spettacolo di più. Quell’uomo è una fucina inesauribile di trovate, “miracoli e cazzate” via una l’altra, mi si rafforza la convinzione che vede cose che noi umani…e forse vede anche troppa tv ?; quando parla della notte si avverte che potrebbe parlarne una notte intera e facilmente ritrovare il filo all’attacco della canzone o all’alba.
Le donne poi, Tiziana poliedrica in maniche di falena (Davide pare abbracciarla mettendole il microfono davanti, ma sembra anche le tiri un po’ il collo), le pelandine che ammiccano e sorridono, è inusuale quanto piacevole accorgersi che l’attenzione è tutta per loro quando sono in scena.
Quando inizia il rumore della risacca lacustre, il Wan taaeh ipnotico, le luci d’acqua fan venire il mal di lago buono; mi prende una sensazione da colonna sonora onirica rafforzata poi in Fendin, le ballerine si son tolte le scarpe e messe più a nero, diventano streghe da prendere per i capelli, povere donne…streghe o pelande, ma mai per davvero.
Shymmtakula, che sul cd è una poesia poderosa, diventa un delirio di citazioni da canzoni da osteria, viene infarcita con tutto quel che riesce a passare dalla testa al microfono, non è più lei, ma si ride allibiti.
Il corvo che non ti aspetti, neanche se avvisata, Davide tira la pietra e mostra la zampa, mi pare di vedere Brandon Lee che se la ghigna dietro il palco.
Davide non fa finta di niente quando Saro fonde due fantasmi, quello del laagh e quello dello zio Gaetan in un nuovo individuo: lo zio del lago; non fa finta di niente quando presenta Nona Lucia insinuando dubbi sulla funzione del manico di scopa in mezz ai gaamb o invita la platea a ballare il ballo delle chiappe.
Siccome gli strumenti adoperati son pochi (saperne tutti i nomi sarebbe una gran soddisfazione) Anga suona anche col gilet, Davide litiga col gilet, double face che gli si rivolta contro.
Il raggae di Pulenta è trascinante quanto De Sfroos, le poltroncine a sto punto son proprio scomode, ma il teatro è quel che serve per versare addosso al pubblico Akuaduulza in questo modo.
Unico neo: il cibo a Lodi, sarebbe stato meglio bere soltanto.
Ho volato su un unicorno a pelo di lago, ho visto serpenti sbavare rossetti, tutto a posto, lui bacia il calamaro, i musicisti gli van dietro divertiti e bravissimi.
MICHI

Chiara e Viviana

Python scatenato nel Corvo

le streghe del Fendin

Davide e Saro

Davide, Saro e Anga si divertono...