da Michi » mer dic 13, 2006 11:03 am
Ventanas: bella cravatta del cazzo.
(Ma bella davvero)
Apre la vecchia valigia e dentro una raccolta di plettri: quelli fighi, quelli duri e gli scampati, per dare i nomi alle cartelle di questo viaggio estivo. (Sto già pensando alla cravatta).
La luce filtra dal cappello di ostia come fili di ragnatela tra i pensieri e la voce.
Un ciao dal finestrino prima di partire.
“Piccolo, papà torna presto, lo sai che ha una bussola nel cuore? No, non fa male, l’ago indica sempre casa nostra”.
Non sapeva che sarebbe stato travolto da Bob Marley, tanto da diventare il fantasma sulla veranda e mi vien da sorridere a pensare che son stata altrettanto travolta da Pulenta (poco meno dalla cravatta).
Intanto Jamie modella la sua faccia più della cicca che mastica.
Le mani di Davide sanno volare e gli anelli saltan fuori dallo scrigno. (Tra un po’ c’è la scena della cravatta).
Le carteombra, il palazzo delle acque sognate ed ha un senso. (Kludd’Ka e Zamadas avran mai litigato per la cravatta?)
Minotauri e seppie, sorrisi e tette; fenici e tulipani, mele e tette; fermenti lattici e vino, balli e tette; le tette piacciono a tutti. (Quasi come la cravatta).
Il piccolo bellissimo valzerino di Marco, l’abbraccio coi baffi di Marcella, la linea di mezzeria che affonda nel lago in tante stelline…piccole cose che toccano i nervi.
Si può lasciare una croce ricordo al sud, tanto l’abbazia di Piona è sempre lì, con la pazienza dei frati, dei sassi.
Metti uno specchio di fronte a uno sbroccato con tutti i crismi alle prese con il nodo della cravatta: ecco, a momenti mi ci soffoco con quella scena. (Subito dopo è sul palco, senza cravatta).
Cravatta-cravatta-cravatta; sì, alla decima volta fa un po’ meno ridere, è una battutina così, ma come l’ha detta…ma come l'ha detta...mi ha ricordato mio nonno che lavandosi i piedi tra una bestemmia e una perla si commentava da solo e a volte, allo specchio, anch’io me ne dico.
In Lucania ci sono i lupi e i briganti: verissimo.
Storie che si consumano, storie che ti consumano, qualcuna vale raccontarla a finestre spalancate come braccia, come orecchie, come gambe, come occhi senza ombretto.
Penso che Davide creda più all’ombra che allo specchio, che gli piacciano le domande e che son contenta di essere al mondo nello stesso momento in cui ci sono anche alcune persone.
“Il resto accade e basta”.
* se ho visto minotauri, seppie, fenici e tulipani laddove non ce n’è traccia nel dvd la colpa è solo della cravatta.