da de Sloob » sab mar 18, 2006 11:22 pm
Nel più "dentro" dell' isola spesso sono gli uomini a metter fuori radici e alberelli di alluminio e plastica si spostano attorno a loro su quattro o cinque rotelline.
L' uomo diventa pianta pensante ed il suo corpo viene tenuto in una fioriera, dentro una serra. Bianchi giardinieri ed ancor più bianchi tecnici accudiscono giorno e notte tutte le fioriere del vivaio. Gli alberelli a ruote fruttificano solo in funzione di quello che tu puoi aver dentro; da semplice Sodio o Glucosio a, via via più verso la linfa, soluzioni chimiche sempre più complesse.
Vengono appesi frutti dalla scorza di vetro o plastica e il loro succo entra in te goccia a goccia, lento, veloce, lentissimo a seconda delle caratterische. Il chimico nettare ha nomi a volte seducenti ed a volte impronunciabili, altri tenebrosi e cupi, altri come impronunciabili sigle:
"Vincristina", "Daunorubicina (Daunomucina)", "Mercaptopurina", "Carboplatino", "cicIofosfamide" detto Mostarda Azotata"...
Frutti che spesso non devono prendere luce, non deve esserne toccato il nettare e che vengono immagazinati in costosissimi, leggendari, frigoriferi.
Tu uomo Pianta sei lì nel tuo vaso, le tue braccia hanno emesso dei fittoni (sottili ramoscelli) che portano la chimica linfa ai tuoi rami e da lì al tuo tronco. Se puoi prendi il tuo alberello a ruote e lo porti a fare un giro, se non puoi il tuo alberello ti getta ombre finchè stai nella tua bianca fioriera.
Io, nuova pianta, ho un fittone di plastica che mi entra sottopelle per un tratto poi si butta in un cunicolo aortico per arrivare in prossimità della grotta Ventricolo.
Io pianta, io roccia, io monte, io lago, io dolina, io foiba, io tronco, ramo, bestia, foglia, fittone, pollone (sottili nuovi getti del tronco. Esempio tutto quel verde alla base dei tigli in piena stagione). Io pianta, vaso, giardiniere di me stesso, io gli altri e gli altri me, io Uomo ed io Isola stessa.
Il plastico fittone permette alla chimica linfa di spandersi in me senza atrofizzare le vene dei rami ed è per nulla doloroso averla.
Non so, è come se avessi una porta USB 2.0 sempre inserita piuttosto che una vetusta "seriale"e ho un cerotto che bisogna cambiare ogni 72 ore e che rilascia antidolorifico. Ho scadenze giornaliere con pastiglie multicolori.
"Ogni frutto ha la sua stagione" dicevano i saggi ed ora che non esistono stagioni neanche in agricoltura ogni mio "frutto" ha la sua ragione ed ognuno di questi frutti dalla scorza di plastica mi fa conoscere nuove sensazioni, nuovi gusti -quasi sempre più o meno sgradevoli, e nuove reazioni fisiche.
Ogni cosa dell' uomo Pianta prende consistenze mai ipotizzate. La sua stessa matrice biochimica assume forma: i globuli bianchi in difetto hanno un gusto diverso da quando sono in eccesso. I rossi, se mancano, ti avvisano con una ruvida linguata secca che ti parte dalle spalle per arrivare, come fermentata, alle mani inacidendoti le braccia di spossatezza dolorosa ed insieme anestetizzante.
Ogni tua componente biochimica, col tempo e l' esperienza, riesce a mandare segnali. A te decifrarli. Ai bianchi agronomi quantificarli, gestirli: curarti.
Io uomo-Pianta, esploratore nulla so di medicina. Non mi interessa sapere -non sempre- cosa c' è dentro i frutti o nelle rapide iniezioni per correggere ora un' aplasia (carenza di globuli bianchi) ora un «non so cosa».
Io sono io e faccio l' esploratore, lo scout, di me stesso e loro sono loro e fanno il loro mestiere di tecnici mappatori-cartografi-logisti- esploratori a loro volta e lo fanno bene, anche come umanità.
A noi uomini Pianta tocca, quando possibile, comunicare a loro le nostre sensazioni, aiutarli ad esplorarti, decifrare, codificare, inventare parole che siano d' unione tra un « 82/95-100" tra un «non so cosa < 25.000" tra un "qualcosaltro nella norma, non evidenti tracce di....». A loro il microscopio, a noi il macroscopio delle nostre esigenze, anche le più piccole. Anche un sudore in più o un prurito.
Altre bianche figure accudiscono le Piante, pronte e spesso sollecite ad ogni tua reale esigenza. Hai il sottovaso pieno di gialla mistura ammoniacale ? Da un ramo pende un ramoscello con una foglia, tocchi la foglia e parte un segnale ed il giardiniere arriva. Il bianco vivaista ti porta le tue dosi di concime ad orari stabiliti, ti porta i correttori del tuo PH alterato, ti porta il cibo, ti pulisce -o ti aiuta a farlo- se serve, ti inietta sottocorteccia o nel basso tronco quel che gli agronomi hanno messo in lista.
O passano loro o -ma non abusarne- sfiori la foglia ed arrivano.
Dal 18 ottobre sono un uomo Pianta, ogni tanto mi sistemano le radici e possono invasarmi per passare qualche giorno fuori dal vivaio ed ecco che divento pianta Uomo.
Ora sono a casa per un "48 ore" iniziato venerdì 17 dopo una indigestione di globuli bianchi e dopo un' ottantina di giorni ininterrotti tra il vivaio di Aviano (CRO) e quello della mia città. Da troppo pochi come altre volte a troppi e di ogni cosa, si sa, anche se buona..."il troppo storpia". E non mi si venga a dire che Venerdì 17 porta jella, chè a me non capita, mai !!
Vivi la tua vita kome se ogni giorno fosse l' ultimo e vivi ogni giorno kome se dovessi kampare cento anni