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Da alcune iscrizioni sumere sappiamo che circa 6000 anni fa tra il Tigri e l'Eufrate si conosceva già la birra. Gli studiosi affermano che fu nell'antico Egitto, comunque, che si iniziò a coltivare l'orzo e a maltificarlo per produrre birra; ai dotti sacedoti egizi si deve anche l'introduzione di erbe amare, tra cui forse il luppolo, per equilibrare il sapore dolciastro del solo cereale. Il termine latino CEREVISIA, da cui deriva l'odierno spagnolo cerveza, è giunto fino a noi col nome scientifico del principale lievito della birra: Saccharomyces cerevisiae. (continua)

Il termine birra ha invece radici nella parola germanica beor riferita ad una bevanda a base di cereali fermentati, resa amara con l'aggiunta del luppolo. Quest'ultimo era praticamente sconosciuto in Inghilterra dove s'impiegavano miscele di erbe diverse per amarificare la cosiddetta ale.
Nell'Europa continentale furono i monaci che, venuti a contatto con la birra durante le loro peregrinazioni fra i popoli del nord Europa, ne assimilarono le tecniche migliorandole. Molti monaci, veri mastri birrai, quando gran parte dei monasteri vennero chiusi, divennero artefici dell'evoluzione della qualità nelle fabbriche di birra di vari paesi. (continua)

La birra conobbe dal 1500 in avanti una notevole espansione produttiva, furono emanate norme per regolarne la produzione. Celebre è il REINHEITSGEBOT vantato dai tedeschi e valido anche oggi, che definisce gli elementi ammessi che sarebbero soltanto orzo, acqua e luppolo. Con la nascita di un numero enorme di impianti industriali per la produzione della birra, la produzione domestica perderà nel tempo valore economico. Un aspetto spiacevole, anche se giustificato dai costi più bassi e dalla facile diffusione su larga scala, è l'abbassamento del grado alcolico che dagli originali 10-12%vol è sceso a 4-5%vol. delle odierne birre commerciali nello spazio di 150 anni. (continua)