da stria » dom ott 11, 2009 5:46 pm
Altre notizie su Van Zandt dal Corriere Di Como on line:
"Che Townes Van Zandt sia un musicista misconosciuto al pubblico, non solo italiano, ci sono ben pochi dubbi. La sua figura, a dodici anni dalla scomparsa, rimane però un punto di riferimento costante per tutti i cantautori di qualità.
Steve Earle, che da sempre lo chiama «maestro», ha da poco pubblicato uno splendido disco con le sue canzoni più significative semplicemente intitolato Townes. Non c’è quindi da stupirsi se al tributo che Andrea Parodi organizza da anni a Figino Serenza - l’edizione 2009 si terrà il 16 ottobre, alle 21, al Teatro Sacro Cuore – partecipano decine di musicisti.
Un progetto ambizioso e meritevole al quale quest’anno hanno già risposto Eric Taylor, Pete Ross, Tarantula Waltz, Hagga, Stefano Barotti, Luigi Grechi, Davide Buffoli, Lele Complici, e molti altri ancora, tutti spinti dalla sola passione per un’icona della musica roots, il papà di tutti i “beautiful losers” della canzone americana. Se già nel ’71 il suo destino sembrava scritto da un disco che si intitolava addirittura The Late Great Townes Van Zandt, non si può fare a meno di pensare che avesse una propensione quasi genetica per vivere nell'ombra.
I suoi dischi, quelli degli anni Settanta in particolare, hanno però dimostrato che era un autore in grado di scrivere bellissime canzoni, di suonarle in punta di chitarra, magari senza esserne un interprete vocalmente fenomenale, ma capace di emozionare grazie alla sensibilità, alla sincerità e alla spontaneità con cui affrontava il pubblico. Non certo quello delle arene, piuttosto dei piccoli locali, quelli che raccolgono chi ha ancora voglia di ascoltare un poeta raccontare un’America polverosa osservata dal finestrino di un furgone, con qualche spruzzata di uno scarno country folk e un paio di pennellate di asciutto blues."
"...perchè 'l temp l'è un cunili che scapa, ma l'è anca 'l can che ghe cuur adrèe" -DVDS-