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Messaggioda marina » ven nov 07, 2003 10:08 am

De Sfroos, dalle note alla penna



Era ora che arrivasse questa giornata, perché in questi giorni mi stava aumentando la tensione in attesa dell'uscita di questo mio libro». Con queste parole Davide Bernasconi, in arte Van De Sfroos ha salutato mercoledì pomeriggio il suo pubblico che affollava la sala della libreria Feltrinelli di Milano. Il cantautore ha infatti presentato il suo primo saggio di narrativa Le parole sognate dai pesci, uscito da pochi giorni. Racconti di gente comune, che vive sulle sponde del Lario. Nei racconti di Van De Sfross, proprio come nelle sue canzoni, il lago assomiglia a un uomo in grado di ascoltare i segreti, le confidenze e i pensieri della gente che con lui si confida. «Non so bene che rumore facciano i pesci - ha continuato il cantautore - io lo immagino come il rumore che fanno i pensieri di un lariano quando guarda il lago».
Sono tredici i racconti riuniti in questo piccolo e semplice libro, tutti legati tra loro dagli oggetti contenuti in una magica valigia, la valigia del meccanico che ripara i ricordi. Le parole sognate dai pesci ha la struttura molto simile a quella di un disco: ci sono delle tracce, c'è un intro e una coda e certamente questa forma richiama la passione principale di Van De Sfross: la musica. «Il mio è un paese di novecento anime - ha spiegato il cantautore lecchese - e tutti hanno una gran voglia di raccontare le loro storie. I protagonisti del libro fanno parte dell'universo che io conosco, permeato di invenzioni e fantasmi».
A grande sorpresa è intervenuto alla presentazione anche il comico di Zelig, originario di Peschiera Borromeo, Flavio Oreglio: «Io sono uno dei pochi o dei tanti, non lo so, che non si stupisce che Davide abbia scritto un libro. Le persone che raccontano usano tutti gli strumenti a propria disposizione per potersi esprimere nel modo migliore». A legare il comico di Zelig e il cantautore lecchese è il disco (E ci chiamano poeti), uscito di recente, del comico milanese a cui Van De Sfross ha contribuito nella stesura di alcuni testi. Ma per completare l'incontro del musicista scrittore con il suo pubblico non potevano di certo mancare le canzoni simbolo della sua carriera artistica: Pulenta e galena fregia, Poor' Italia, Sciuur Capitan e la Curiera tutte eseguite a suon di chitarra, violino e contrabbasso. A chiudere l'appuntamento due comici dello Zelig, Ale e Franz (prossimi ospiti nel Lodigiano), che seduti sul divanetto della Feltrinelli hanno improvvisato uno scambio di battute con il cantautore a proposito del suo libro. Personaggi a metà tra l'invenzione e la realtà legata alle leggende di paese, uomini e donne sospesi tra la comicità paesana e la malinconia di storie passate, ma quasi sempre sofferte, rendono anche il Van De Sfross scrittore una persona qualunque, che però, grazie al suo modo così immediato e genuino di comunicare, riesce ancora una volta a suscitare e trasmettere forti emozioni. «Quell che l'era diventa adéss, e quell che l'è quell che po' véss… ne la parola sugnada dei pèss»: tutto ciò che era adesso diventa ciò che è e ciò che è quel che può essere nelle parole sognate dai pesci.

Marta Battioni
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