da: "http://www.corrierecomo.it" - 03/04/2013

[marina]

Personaggi - In viaggio sul lago con il menestrello della Tremezzina per il suo film-documentario che celebra il territorio



Non sorprende che in Tremezzina si respiri l’aria delle canzoni di Davide Van De Sfroos. Ovunque affiorano le storie e i personaggi che hanno fatto adulta la sua musica. Quel che stupisce è vedere Davide muoversi tra la sua gente e tornare uno di loro. Lui qui non è un cantante, è solo un figlio di questa terra. Ma per un forestiero che insegue la sua ombra, Davide rimane il re della “zoca dell’oli” con la cresta. Magari non più quella rasta descritta ne La machina del ziu Toni, ma pur sempre un bella cresta argentea che gli dona un’aria più stravagante del solito. Prima di iniziare la salita al Santuario della Madonna del Soccorso, primo set che passa da

casa del documentario in otto puntate sul Lago di Como Terra & Acqua, è inevitabile fermarsi per un caffè dal mitico Cimino a Colonno, uno che ha avuto persino l’ardire di salire in tanga sul palco con De Sfroos.
Dal profano al sacro, l’ascesa con Davide a uno dei santuari più belli del Lario, con Lenno e Ossuccio ai suoi piedi, ha il sapore autentico della liturgia. Non tanto perché siamo accompagnati da don Andrea Straffi, responsabile dei beni artistici e culturali della Diocesi, che custodisce le chiavi delle quattordici cappelle di questo Sacro Monte patrimonio dell’Unesco, ma perché De Sfroos vive il luogo assecondandone la profonda religiosità.
Persino il lago sembra placarsi al suo secolare cospetto. Le riprese sono rispettose, raccontano sottovoce la storia di una chiesa del ’500. Il silenzio è rotto solo dalle campane. La telecamera è nelle mani di Dario Tognocchi, ma De Sfroos è regista e protagonista di un plot che le sue canzoni hanno già scritto da tempo.
Lasciata questa incantevole location, le riprese si spostano in biblioteca, l’ex filatoio Grandi che il Comune di Lenno insieme alla proprietà ha ristrutturato mantenendo inalterata la semplicità dell’edificio.
Qui Davide riprende la sua chitarra e accenna in solitaria un paio di nuovi brani, sbocciati durante questi cammini che non finiscono di ispirare la sua poesia.
Lo sa bene il poeta laghée Vito Trombetta, che nel libro allegato al dvd di questo progetto racconterà questo lungo viaggio lacustre con De Sfroos: un capitano che lo ha condotto navigando a vista, improvvisando rotte e pensieri. Il sindaco vuole a sé tutta la ciurma, la accoglie nella sua casa con un pranzo degno di un re, di un figlio di questa terra al ritorno da una gloriosa battaglia. E il guerriero d’acqua dolce e i suoi marinai non si fanno pregare: i racconti delle loro avventure sono resi ancora più goliardici da una frizzante bonarda.
Ma non c’è tempo, tocca ripartire. Poca strada, quanta ne basta per salire in auto con Davide, ascoltare La Figlia del Tenente in una splendida versione acustica cantata a due voci con Leslie Abbadini, e arrivare alla chiesa di Sant’Abbondio di Mezzegra. Don Luigi attende sull’ampio sagrato, cosparso di rami d’ulivo, arzillo come sempre: il parroco è sul lago dal 1961, ne sa una più del diavolo. Qualche ciak alla casa del vescovo a Bonzanico, luogo ricco di visioni e streghe, e il timone della truppa punta dritto verso i cancelli di Villa Balbianello. Davide, che nelle sue strade si muove con la sicurezza di un rallysta finlandese in una prova speciale a Jyväskylä, lo varca aprendo le porte di un paradiso che il Fai ha ereditato nel 1988 dall’esploratore Guido Monzino.
Dai magnificenti giardini si scende fino a riva per un serie di frame e un’altra canzone al tramonto. Davide sembra volerla dedicare alla fonte della sua musica, a quel lago che non può commuoversi ma che ancora una volta accarezza il suo cantore con la leggerezza delle sue onde. La slitta di Monzino, simbolo autentico del viaggio, si porta via tutto. Un altro giorno di riprese è finito.

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