da "CorriereFiorentino.it" dell' 08/04/2011

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Messaggioda Fantasmino » ven apr 15, 2011 5:07 pm

Van De Sfroos, perché il folk è una cosa seria

Scritto da: Edoardo Semmola

Sfatiamo il mito che Davide Van De Sfroos abbia simpatie leghiste.
Chi era al Saschall ieri sera, per la tappa fiorentina del tour di Yanez, non può avere più dubbi: ha parlato di migrazioni e immigrazione, della storia positiva della Bocca di Rosa Maria (cantata nel suo ultimo album Yanez), passando da brani interpretati in più dialetti per un simbolico abbraccio tra Nord e Sud del Paese, come La canzone del migrante in friulano, laghée, siciliano e calabrese, o come la ninnananna sia in barese che in laghée. E ne ha parlato, e cantato, con toni e modalità che nessun leghista avrebbe mai approvato e apprezzato. Non c’è altro da aggiungere. Van De Sfroos è e rimane a-politico ma con un sottofondo anarchico che lo rende ancora più speciale.

Venendo al concerto in sé, innanzitutto serve una premessa: il folk è una cosa seria, è un’arma a doppio taglio. Troppo facile cadere e scadere nel patetico e nel passé, veloce è la via che conduce al banale e già sentito. Ancor più seria è la faccenda quando il folk è venato di ironia. Se poi ci aggiungi il dialetto, e uno ostico come il laghée, la questione si complica ulteriormente. vandesfroos2.jpgÈ proprio per questo che un artista con Davide Bernasconi in arte Davide Van De Sfroos (che nel suo dialetto significa andar di frodo, andare a ruba) è meritevole di applausi e attenzioni. Il folk è una cosa seria e lui lo sa e lo sa fare. L’ironia è un animale pericoloso, in pochi lo sanno maneggiare. E lui è tra quei pochi.

Chi come me ha avuto il piacere di vederlo (ancora una volta) sul palco del Saschall, ha assistito a uno spettacolo completo – con molte chiacchiere, ovviamente, perché sotto la Linea Gotica il cantautore si vede costretto a prodigarsi in notevoli spiegazioni e traduzioni preventive dei suoi brani – popolare e alto allo stesso tempo, raffinato e che sa di terra e di lago (di Como) senza risultare schizofrenico.

La parte narrativa dello show è stata un interessante viaggio nel tempo attraverso la cultura popolare e familiare di Bernasconi, un insieme di storie e memorie, sorrisi e risa, drammi e riflessioni, teatro e improvvisazione: dalle avventure sulla macchina dello Zio Toni alle atmosfere del carnevale del paesino di Schignano, fiabesco e tragicomico insieme.

Le canzoni sono belle. Ballate rock d'autore, scritte e suonate come si deve. Dal primo album Breva & Tivan all’ultimo Yanez, dal classico La Curiera a El Carneval de Schignan, passando per quel piccolo capolavoro che resta Pica con la sua Ballata del Cimino, il suo pezzo più bello, più coinvolgente, il più richiesto e più ballato e cantato dal pubblico. Il Saschall non era pieno, ma quasi. E l’atmosfera che si è creata, l’entusiasmo del pubblico, sono stati uno spettacolo nello spettacolo.
Fantasmino
 
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Re: da "CorriereFiorentino.it" dell' 08/04/2011

Messaggioda breva » ven apr 15, 2011 6:29 pm

dov'è il tasto MI PIACE??? :birra:
"Considero ogni forma di razzismo convinto una patologia e non un'ideologia" (Davide Bernasconi)
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