da: www.trantran.net - 30/03/2011

Articoli su Davide e il suo mondo apparsi su giornali e riviste

Moderatore: Baristi

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Messaggioda marina » gio apr 07, 2011 1:04 am

Davide Van De Sfroos: Italia, ti regalo il mio lago

di Giudo Caimmi


Tra le tante interviste e le svariate apparizioni pubbliche che in questo momento occupano le sue giornate, prima di dedicarsi a tempo pieno al suo tour, che è iniziato il 26 marzo a Locarno, Davide Van De Sfroos trova il modo di concedersi anche a Trantran. E noi cogliamo la palla al balzo per dare ancora una volta voce (ci aveva già rilasciato un’intervista l’anno scorso) a un cantautore che con la sua opera in dialetto laghée, fa un regalo speciale a tutta l’Italia per i suoi 150 anni di vita. Si, perché la musica di Davide ha piacevolmente appassionato l’intera Nazione che è andata oltre alla pura comprensione delle parole e ha capito il significato profondo della musica di Van De Sfroos: la valorizzazione delle radici culturali che hanno reso questo nostro paese il Belpaese. E per farlo partiamo dal palcoscenico del teatro Ariston dove il cantautore comasco, dai natali monzesi, si è classificato quarto, alle spalle di Vecchioni, Modà e Al Bano, al Festival della canzone italiana con la ballata Yanez.

Come cambia la vita professionale di un artista che si classifica quarto al Festival di Sanremo?

Professionalmente il cambiamento è dato dalla grande pubblicità che Sanremo ti procura. Il mutamento più radicale che si ottiene dopo essere saliti sul palco dell’Ariston è soprattutto mediatico. Radio, televisioni, giornali e tutta una serie di supporti che prima non ti davano spazio si accorgono di te e ti cercano, ti fanno parlare. E io spero di aver colto questa occasione nel modo migliore, ovvero per raccontare la mia musica, la mia opera in dialetto. Che parte da radici profonde e attraverso suoni folk, rock e blues cerca di arrivare a tutti coloro che hanno bisogno di sentirsi parte integrante di qualcosa, non solo della realtà del lago di Como. Yanez per esempio racconta la Romagna.

Cito da una dichiarazione di Vecchioni: “Credo sia stato un Sanremo sopra la media. Ha dato cose orecchiabili, canzoni di contenuto e ben scritte. La prima che mi viene in mente è Yanez di Davide Van de Sfroos, una bellissima ballata che va oltre i limiti del lago di Como”. Definizione azzeccata?

Perfetta e molto gentile da parte del “professore”. Proprio oggi vedo Roberto (n.d.r. Mentre parliamo con Davide si sta recando a Torino per la Notte Tricolore, evento che ha dato il via alle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia e alla quale saranno presenti molti artisti) e dovrò sicuramente ringraziarlo per queste belle parole. E comunque ha ragione perché a me piace pensare a Yanez come a una canzone di fuga, che vuole portare il mio lago ben oltre i confini in cui si trova. Io credo che questa canzone abbia colpito perché al suo interno c’è una tale accozzaglia di cose che chiunque riesce a ritrovarcisi, almeno in piccola parte.

E tu cosa ne pensi di Chiamami ancora amore, la canzone di Vecchioni?

Io ho tifato per lui. Si è meritato questo successo non solo per la bellissima canzone che ci ha regalato ma anche per la persona che è. Io lo conosco da anni e posso affermare che è tanto professionista sul palco quanto lontano dalle luci delle scene e del divismo. Un autore che molto spesso hanno accusato di essere troppo commerciale e invece è sempre stato pacato e con l’unico desiderio di rimanere giù da quella torre d’avorio su cui tutti desidererebbero salire. È sempre rimasto una persona fresca e la sua canzone assume un grande valore proprio perché è lui, con la sua grande esperienza, a raccontarci verità che dette da altri probabilmente varrebbero molto di meno.

Chi altro ti ha colpito?

In tanti mi hanno stupito. Cito i La Crus anche per l’amicizia che mi lega a Giovanardi. E tra i cantanti soprattutto i Modà ed Emma che non conoscevo e invece mi hanno notevolmente impressionato per la loro forza e la loro decisione. E poi ovviamente Morandi, capace di trasmettere entusiasmo in ogni circostanza e non solo durante le serate del Festival.

Yanez parla anche di un tema che non ricorre molto spesso nella musica contemporanea. L’amore tra padre e figlio. È un argomento delicato per te?

È vero, è un tema troppo trascurato seppur molto profondo e significativo. L’infanzia, intesa anche nel rapporto coi propri genitori, svela molto di quello che uno poi diventa. Io sono padre di tre figli e molte volte rivedo nei miei atteggiamenti e nei modi di pensare quello che è stato per me mio padre. Non perché mi sia imposto di diventare come lui, ma perché certi valori inevitabilmente me li ha trasmessi. Mio padre è morto ma fino a un certo punto, perché se è vero che molto spesso sento dei vuoti profondi dentro di me, è altrettanto vero che a volte mi sembra di essere quasi un suo clone e vivo il suo ricordo con grande gioia.

Finito il Festival, è partito da poco parte il tuo tour con quasi trenta date durante le quali visiterai l’Italia da nord a sud. Yanez in tour è anche un regalo che celebra i 150 anni dell’unità d’Italia?

A suo modo direi di si. Io continuo nel mio progetto di esportare il fascino del mio lago dappertutto. Credo che il bello di questo paese stia soprattutto nella diversità di culture che lo popolano. E il segreto è mescolarle. Pensa se i sardi si tenessero il Cannonau ( n.d.r. È un ottimo vino rosso) tutto per loro,sarebbe una tragedia! L’Italia è un paese che trae la sua magnificenza dagli splendori di ogni singolo territorio e lo scambio interculturale è quello che secondo me la gente cerca e desidera di più. L’unità si ottiene facendosi forza l’uno con l’altro. Ma bisogna anche essere capaci di meritarsela. E molto spesso la nostra classe politica sembra non capirlo. Dovrebbero smetterla di utilizzare degli immaginari manganelli per farsi la guerra uno contro l’altro e pensare invece di prendere in mano dei remi e cominciare a remare tutti nella stessa direzione. La mia musica è un regalo per coloro che veramente hanno combattuto per questo paese, lo hanno voluto unito e oggi sono fieri di viverci e non intendono andarsene.

Benigni è stato capace di unire veramente l’Italia. La sua performance al Festival ha fatto segnare il 53% di share.

Benigni è stato “Benignesco”. Lui ha la capacità di tenerti incollato al teleschermo a sentir leggere la Divina Commedia anche se in vita tua hai sempre letto solo e soltanto Topolino. Incredibile. E poi sa raccontare il nostro paese in un modo critico ma anche autoironico e le persone apprezzano.

Yanez, Yanez, Yanez. Ultimamente si accosta il tuo nome solo a questa canzone. Ma Davide Van De Sfroos non è solo Yanez. Che altre tue canzoni devono assolutamente conoscere i tuoi nuovi fan?

Mi piacerebbe comprassero tutti i miei cd! No, a parte gli scherzi, la prima che cito è certamente La Curiera. Se Guccini ha La locomotiva io ho la mia Curiera. E poi altre che raccontano la mia storia e la mia crescita musicale sono La balàda del Genesio, Ninna nanna del contrabbandiere, E semm partì, Akuaduulza, New Orleans. Tutte canzoni che hanno segnato la mia carriera. E in genere vorrei che l’ultimo cd fosse ascoltato nel suo insieme perché regala sonorità e visioni della vita molto variegate.


Altro progetto per la valorizzazione del territorio: il Moa (Music on air). Un evento tenutosi nel settembre del 2010 a Cernobbio, in provincia di Como, che ha avuto lo scopo di avvicinare i giovani alle loro radici culturali attraverso il contributo di molti artisti uniti sotto la tua direzione artistica. Ha funzionato?

È stato un vero successo. Miriadi di ragazzi ci hanno seguito. E non solo i giovani perché anche persone di una certa età si sono mostrate curiose di conoscere i segreti della loro terra che ancora non conoscevano. E poi è stata una fortuna per me essere il direttore artistico. Ho lavorato con molti artisti, tra cui Giovanardi, Max Pezzali o Syria con i quali abbiamo instaurato un rapporto molto saldo e infatti spesso cerchiamo l’occasione per esibirci assieme. E per quest’anno dovremmo replicare l’evento e intanto il gruppo continua a crescere. Oggi per esempio c’è anche Irene Fornaciari.

Ultima, per gli amanti del gossip. Belen Rodriguez o Elisabetta Canalis?

Me l’hanno chiesto in centinaia. A tutti ho detto: impossibile scegliere. L’unica cosa di cui sono certo è che loro brutte non sono. A meno che uno non abbia problemi di vista…

http://www.trantran.net/2011/03/30/cloc ... talia-lag/
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Re: da: www.trantran.net - 30/03/2011

Messaggioda Cialtroskj » gio apr 07, 2011 3:40 pm

FORZA DAVIDE .........che li conquisterai uno per uno......
"Quando sei nato piangevi e tutti intorno a te ridevano.Fa che quando te ne andrai tu possa ridere e tutti intorno a te piangano.."
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