da: "ilCorriereDiComo.it" - 17-02-2011

Articoli su Davide e il suo mondo apparsi su giornali e riviste

Moderatore: Baristi

da: "ilCorriereDiComo.it" - 17-02-2011

Messaggioda Lohana » ven feb 18, 2011 12:45 am

E l’“Osservatore Romano” lo osanna

Le reazioni della stampa
Sul “Corriere della Sera” Mario Luzzatto Fegiz gli ha dato 8


Se prima di Sanremo la critica specializzata aveva riservato grandi parole per De Sfroos, anche dopo il suo esordio sul palco dell’Ariston i giudizi rimangono assolutamente positivi. La sua Yanez è piaciuta a tutti e le pagelle che si stilano nei giorni del Festival lo promuovono a pieni voti.
Sulle pagine del Corriere della Sera, Mario Luzzatto Fegiz, che ha iniziato a far suo anche il dialetto lariano, definendo Davide «allegro e ironico», gli ha dato addirittura un 8 con queste motivazioni: «L’idea di base del brano è spiritosa e intelligente: gli eroi salgariani si abbandonano alla pigrizia e ai piccoli vizi sull'Adriatico, e tutta la loro carica avventurosa e romantica si scioglie fra sale giochi, biciclette, aperitivi, infradito e riporti».
Marinella Venegoni de “La Stampa” ha, invece, regalato a De Sfroos un 7 pieno con questa sentenza: «Ci piace l’inglese? E becchiamoci anche il laghée, dialetto comasco che narra le imprese del Sandokan locale invecchiato a Cesenatico col suo riporto. Fra Messico e lambada, trombe e fisarmoniche e combat-folk, è una via espressiva del nostro Nord».
Maria Elisa Buccella, sulle pagine on-line de “Il Sussidiario”, è arrivata ad assegnare alla prestazione sanremese di Davide addirittura un 10, con parole che non lasciano il minimo dubbio sul fatto che sia stata folgorata sulla via lariana.
«Gli accenti sudamericani dell’arrangiamento sono efficacissimi e l’interpretazione è assolutamente trascinante. E così il “laghée” diventa lingua trasnazionale e ipernazionale, non si capisce niente (almeno a sud della Padania) ma la musica arriva dritta al cuore e tanto basta. La proposta più originale del Festival».
Sarà contento Gianni Morandi, che oltre al record di ascolti, 12 milioni per la prima serata, vede premiata la sua volontà, insieme con il direttore artistico del Festival Gianmarco Mazzi, di portare in riviera un po’ d’acqua dolce del Lago di Como. Ma la “benedizione” finale arriva dalle pagine dell’“Osservatore Romano”, con un articolo di Marcello Filotei che attribuisce a De Sfroos anche il ruolo di salvatore del Festival: «Nel turbine di personaggi costruiti a tavolino appare a un certo punto una persona vera: Davide Van De Sfroos, l’unico originale, nel senso che non interpreta se stesso, ma è proprio fatto così. Le platee affollate le affronta da decenni e quindi lo emozionano quel tanto che basta per dare il meglio. La canzone Yanez è un gran miscuglio: il Bob Dylan di Desire, il suono di certe ballate di Willy DeVille, il Paolo Conte che usava le chitarre ritmiche». Il fatto che Davide sia un personaggio autentico, un artista serio e preparato, forse noi non ce lo raccontavamo nemmeno più, lo davamo per scontato. Questa competizione, criticabile finchè si vuole, ma certamente capace di attirare intorno a se attenzioni mediatiche incredibili, ci riconsegnerà un musicista che rimanendo sempre se stesso continua a portare sulle nostre sponde nuovi fan da tutta Italia. E stasera, guarda caso, Davide canterà Viva l’Italia di Francesco de Gregori, canzone scelta per la serata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia.
Maurizio Pratelli
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