la provincia di como, 16.02.11

[breva]

Dall'akuaduulza al mare:
ostaggio di microfoni e tv
La vigilia della prima di De Sfroos tra fan e giornalisti che diverte:
«"Piove a Sanremo", sembra il titolo di un pezzo di Aznavour»

Davide, dicci qualcosa in laghée! È vero che Yanez è un po' tuo padre?
Davide, guardami? Mettiti così! Davide, guarda di qua! La fai una foto con me?
Davide, un saluto agli amici di Radio Bruno! Ma allora ci saranno i sottotitoli o no?
Come ti ha convinto Morandi? Aspetta che adèss proov me a fart una domanda in dialett? Come sono andato? Davide, Davide girati, guardami! Posso chiederti un autografo? Grazie, gentilissimo. E una foto? Grazie e mi fai anche degli altri autografi? Perché proprio Viva l'Italia? Davide! Forza eh! Guardami, per favore Davide, guardami? E lui guarda, sorride, risponde, firma, si mette in posa, è disponibile e cerca di non fare caso allo stress che si accumula perché il fuoco di fila di interviste di radio, tv, giornali, siti web, che si susseguono senza sosta nei giorni di Sanremo, potrebbe stroncare chiunque.
Ma non lui, non l'uomo sceso in Liguria dal lago di Como, dall'?akuaduulza? a quella salada della città dei fiori innaffiatissimi dalla pioggia. Non è una scimmia nel circo mediatico nè un clown: riesce a sembrare uno spettatore mentre Ginevra e Anna, i due angeli custodi dell'ufficio stampa, lo accompagnano e lo proteggono dall'?overdose di Festival?.
Con un eccellente mossa strategica, Bernasconi si trova sulla riviera ligure da qualche giorno e ha così avuto modo di ambientarsi prima che tutti i media piombassero in quello che normalmente è, poi, diciamocelo, un paese per vecchi, dotato di un fascino agé, fatto di alberghi d'antico splendore che avrebbero bisogno di una rinfrescata. Quello in cui si trova il quartier generale di Van De Sfroos è? de sfroos, defilato, ma non lontano dal Teatro Ariston, tranquillo, al riparo dai curiosi.
Il maltempo contribuisce ad affievolire l'atmosfera festosa dei giorni di Festival: pochissimi gli avvistamenti di ?big? nel pomeriggio ?prima della prima?, tutti troppo spaventati dalla pioggia, paura di ritrovarsi afoni davanti al microfono. In compenso le hall degli alberghi brulicano di addetti ai lavori, alcuni muniti dei veri ?40 pass?, ovvero quelli necessari per potere andare da tutte le parti (e se non li hai vieni guardato con un misto di sufficienza e disprezzo). Ieri Davide si è solo scaldato: un'intervista televisiva con il Tg3 Liguria, altre tre o quattro di fila in un gigantesco salotto allestito da Chateau d'Ax (conterranei), un saluto velocissimo a Tricarico incrociato tra un microfono e l'altro. In questa sede il compito più difficile per l'artista, lasciatelo dire a chi lo segue e lo intervista da anni, è contenere la sua naturale logorrea e focalizzare i concetti in poche frasi efficaci. Missione compiuta: la maturità di un artista si vede anche da questo. Quindi diverte i giornalisti con qualche battuta estemporanea («"Piove a Sanremo" sembra il titolo di un pezzo di Aznavour»), li conquista con il suo essere, davvero, antidivo, e torna in camera per prepararsi al grande momento. Indossa un abito di Giorgia Cantarini, giovane creativa milanese. I musicisti sono ?caldi?, il maestro Fio Zanotti è convinto di Yanez e non lo nasconde. I Cauboi hanno distribuito al pubblico una traduzione in dialetti differenti, allontanando le sterili polemiche e Van De Sfroos, primo artista dialettale lombardo in gara alla canora manifestazione, entra nella storia del Festival (e anche nella Storia con la S maiuscola) alle 22.20, settimo in scaletta tra l'amico Max Pezzali e la Oxa che è un po' comasca anche lei. Il mondo, in fondo, è un fazzoletto.
Al. Br.