da: "La Provincia" - 19/09/2007

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da: "La Provincia" - 19/09/2007

Messaggioda marina » gio set 20, 2007 12:19 am

Pusiano In spese se ne sono andati 94mila euro, ma i biglietti venduti ne hanno fatti rientrare in cassa soltanto 35.500 Che flop il festival nella cava: si chiude
Solo Van De Sfroos ha avuto successo, gli altri concerti in perdita. Buco di 60mila euro per il Comune

PUSIANO Qualche miglioramento c'è stato. «Non sufficiente», però, a riequilibrare un bilancio che obbligherà il Comune a pagare di tasca sua circa 60mila euro di spese relativo alla stagione appena conclusa di spettacoli in cava. Da buon commercialista qual'è, il sindaco Andrea Maspero tira le somme e si dice «parzialmente insoddisfatto», pensando a un 2006 quando il disavanzo (che allora imputò ai suoi predecessori) fu di ben 77mila euro, «troppo», a suo dire, per un paese che di anime ne conta soltanto 1.150. O giù di lì. Il 2007 avrebbe dovuto essere l'anno della riscossa. Questo non tanto sotto il profilo dei nomi degli artisti messi in campo, da sempre di ottimo livello, quanto piuttosto pensando a quel bilancio che nel recente passato non l'aveva convinto appieno. A settembre la doccia fredda: a fronte di 94mila euro e spiccioli di spese, le entrate sono state poco meno di 35.500 euro. Il resto, 58.500 euro, lo dovrà scucire di tasca sua il municipio che, se il semavelox non gli venisse in qualche modo in soccorso, faticherebbe a sostenere il peso di una manifestazione che in più d'uno pensano essere sovradimensionata rispetto al territorio che la ospita. Tanto che lo stesso Maspero, un tempo difensore d'ufficio della volontà di utilizzare l'ex cava di marna per ospitare eventi, medita sulla possibilità di tirare i remi in barca. Quantomeno in assenza del «necessario sostegno degli enti sovracomunali», provincia e regione su tutti. Il perché di questa posizione sta tutta nei numeri di una stagione che, tolto il concerto di Davide Van De Sfroos (lo scorso 31 agosto i paganti furono 1276), ha visto nei sei spettacoli a pagamento un totale di 2.014 tagliandi staccati, con picchi al ribasso da 42 biglietti che stridono con i grandi numeri che, almeno sulla carta, la cava dovrebbe e potrebbe ospitare. Con costi fissi che superano i 30mila euro a stagione, cui affiancare l'apporto di decine di volontari, l'apertura dei cancelli, da sola, è già sufficiente per mandare il bilancio in rosso. Se a ciò non corrisponde un dovuto numero di ingressi, «specie tra i cittadini di Pusiano, poco inclini a partecipare agli eventi in cava», né l'interesse delle istituzioni a livello superiore, va da sé che per un Comune dove il bilancio totale è ridotto all'osso, 50-60mila euro l'anno in più in cassa significherebbe un po' d'asfalto in più, qualche fioriera e magari un mutuo per le strutture sportive. Poca cosa, verrebbe da dire, ma in fondo sempre più di niente. Da qui, la proposta del sindaco: «È un fatto - dice - che i pusianesi non partecipano poi molto alle iniziative in cava, così com'è evidente che anche il sostegno istituzionale è ridotto all'osso. A questo punto, bisogna valutare l'opportunità dell'utilizzo della cava, perché al di fuori dei grandi nomi, l'afflusso è largamente inferiore alle aspettative. Meglio quindi limitarne l'utilizzo, diminuendo gli appuntamenti a due o tre l'anno». Una programmazione d'elite, questa l'ipotesi, e il resto affidato all'estro dei privati, con un canone al Comune senza, di contro, alcun investimento pubblico. Se non per promuovere nomi che, calcolatrice in tasca, ripagano con il pubblico la spesa necessaria a portarli in riva al lago.
Alberto Gaffuri
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