da: "La Provincia" - 13/09/07

Articoli su Davide e il suo mondo apparsi su giornali e riviste

Moderatore: Baristi

da: "La Provincia" - 13/09/07

Messaggioda marina » gio set 13, 2007 11:19 pm

Van De Sfroos suona per i "neri": sconcertati i fan Davide Bernasconi domenica prossima sarà protagonista a Roma sul palco della festa nazionale di Azione Giovani Da tempo bollato di simpatie leghiste, il cantautore comasco ha peraltro già cantato per Cl e alla Festa dell'Unità

COMO Che ci fa Van De Sfroos, un po' alla chetichella, sul palco della festa nazionale di Azione Giovani? È diventato di destra? E allora perché, solo pochi giorni fa, era alla festa de l'Unità di Milano? Ma non era leghista? Che gli piaccia o meno, e di certo non gli piace, la politica sembra non voler smettere di impicciarsi nelle artistiche faccende di Davide Bernasconi. Ai "pulcini" (neri, ovviamente) di Alleanza Nazionale interessa, sicuramente, più la presenza di Silvio Berlusconi a questo "Atreju 07" che si è aperto giusto ieri. Ci saranno anche Mario Capanna, che sarà prevedibilmente crocefisso durante il dibattito «Processo al ?68», nonché un dibattito fra Fini e Veltroni, insomma, i classici botta e risposta fra parti come avviene in tutte queste occasioni. In "casa rossa" i fischi toccano agli ex fascisti, da questi ultimi sono i post comunisti a fronteggiare un pubblico in gran parte, se non completamente, avversario. Il concerto "incriminato" si terrà il 16 anche se la vera star sarà Biondi: non il politico Alfredo ma il cantante Mario, l'erede di Barry White, quello di "This is what you are", di scena giusto la sera precedente. Il programma vanta un manifesto evocativo: un tedoforo dorato impugna una fiaccola in una mano mentre l'altro braccio è quasi teso in una curiosa versione «vorrei ma non posso» del saluto romano. Chi è pratico di Roma, peraltro, sa che la rivalità fra fascisti e comunisti (via i prefissi, please) si incontra tutti i giorni sui muri dell'urbe, al pari di quella sempiterna, e assai più accesa, fra Roma e Lazio. Ma, alla fine, che c'entrano pulènta e missultein con l'abbacchio e le galline? Quando non era nessuno, relativamente visto che i concerti dei Desfroos, nei primi anni Novanta, richiamavano già platee cospicue, al massimo, lo si accusava di aver preso troppo dai Pogues ma nessuno scomodava appartenenze a qualsivoglia ideologia. Ma, ben presto, dalla scelta culturale e personale di esprimersi, principalmente, nel vernacolo Tremezzino, scaturì tutto l'amore della Lega Nord, financo di Umberto Bossi in persona, per l'artista di Mezzegra che, all'epoca, non confermò né smentì. Semplicemente tenne in non cale tutte le polemiche, sicuro della propria strada che era, ed è, quella di un cantastorie (poi di un poeta, anche, e di uno scrittore) che si esprime come meglio crede raccontando quello che vuole come gli pare. «I dialetti c'erano molto prima dei partiti» considerò. Ma non aveva fatto i conti con i partiti. Così nessuno si stupì ma tanti biasimarono la scelta di partecipare a Miss Padania: in fondo era un leghista «lo avevamo sempre saputo» e le canzoni più belle di "Bréva & Tivàn" e "E semm partii" risuonavano dalle frequenze della radio di partito fra un «Buona Padania!» e l'altro. Poi la clamorosa svolta con la scelta di esibirsi alla festa de l'Unità di Milano. Grandi strizzate d'occhio e gomitino fra i militanti («Visto? È un compagno!»). Subito delusi, perché poi Van De Sfroos ha partecipato anche al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, e anche alla festa di Azione Giovani, non ora ma due anni fa, solo che nessuno, evidentemente, se n'era accorto o aveva pensato di suscitare polemiche. Chissà, forse il cavaliere, ascoltandolo ad "Atreju", potrebbe deciderlo di ingaggiarlo come contraltare ad Apicella. Meglio attendere: dovesse mai scrivere «Veronica, la pussee bèla de tüta la Val Camonica» sarebbe il caso di allarmarsi. Alessio Brunialti
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