da: "La Provincia" - 13/08/2007

Articoli su Davide e il suo mondo apparsi su giornali e riviste

Moderatore: Baristi

da: "La Provincia" - 13/08/2007

Messaggioda marina » lun ago 13, 2007 10:01 pm

aspettando il cd Gli appuntamenti con i fans fra tv e concerti

(al.br) Come passare il tempo che intercorre da oggi fino all'uscita del nuovo album di Davide Van De Sfroos? Non c'è pericolo di dieta: innanzitutto c'è l'edizione 2007 di «Follia rotolante», la rassegna concertistica dedicata al folk contemporaneo, che vede come presentatore, oltre che come musicista, proprio il cantore lariano. La prima puntata è già andata in onda, le prossime il 16 e il 23 agosto su Raidue (a mezzanotte e tre quarti, viva la musica in tv!). Non mancano i concerti: uno anche domani sera sempre che si abbia tempo e modo di recarsi fino a Sannicando Garganico in provincia di Foggia e, di certo, qualche irriducibile non rinuncerà alla trasferta. Se anche la data successiva, a Vallesaccarda nei dipressi di Avellino, è un po' fuori zona, non così l'appuntamento del 29 agosto a Chiesa Valmalenco e quello del 31 all'ex cava di Pusiano. Esattamente in mezzo, il 30, sarà al caffè letterario di Parolario quando si parlerà di «Cantori in lingua madre».



anticipazioni Il cd dovrebbe uscire entro l'anno e conterrà 14 canzoni, compresa quella già famosa sul «Cimino» Van De Sfroos: «Ecco il mio nuovo disco»
Il cantautore sta registrando: «Sarà come un album da sfogliare, con personaggi veri e altri inventati»
Davide Van De Sfroos è in sala di registrazione per realizzare il nuovo disco

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Gli ammiratori, i cauboi, i desfans lo sanno o, quantomeno, se lo aspettano. C'è anche una cabala da rispettare: almeno un nuovo album ogni due anni.
E i dischi di Davide Van De Sfroos escono in quelli dispari: 1999 Bréva & Tivàn, 2001 ...e semm partii, 2003 Laiv, 2005 Akuaduulza, 2007... Non c'è ancora un titolo, ma le registrazioni del disco sono a buon punto. Nella struttura che ha in mente l'artista lariano dovrebbe essere composto da quattordici canzoni. Di queste, undici sono già state incise anche se non sono state ancora completate.
Può trattarsi di un lieve ottavino in sottofondo come di un arrangiamento per fanfara al galoppo, un brano non è finito finché non si dice che è finito. Su questo fronte, da Verona, sta lavorando Alessandro Gioia, già al fianco del cantautore per le musiche di non scena del Capitàn Slàff e per i vestiti sonori dell'ultimo cd, nonché nelle lunghe guardie del fantaccino Bernasconi Davide, oggi militassolto. Nonostante gli anni di musica alle spalle, ormai più di venti, gli ultimi dieci da solista, c'è di buono che tutto è la musica per Van De Sfroos fuorché routine.
Certo, è ripetitivo, forse, il percorso obbligato «disco / presentazioni e showcase / interviste e passaggi tv / tour al chiuso e poi all'aperto (o viceversa) / attività collaterali / nuovo disco» ma quando arriva il momento creativo la spontaneità non manca. E anche la scaramanzia. Cosa si può anticipare, infatti, di questo disco ancora innominato? Innanzitutto, se non un vero e proprio concept, sarà una galleria di ritratti. «Ho sempre cantato personaggi e situazioni - precisa Davide - ma in questo caso voglio proprio che sia come sfogliare un album con alcuni personaggi reali, magari ancora vivi, e altri che pur essendo di fantasia si basano su una o più persone reali». Realissimo è il Cimino, la miglior avanguardia per le nuove canzoni. La sua, la canzone di Sergio Bordoli in arte, ovvio, Cimino (e l'arte era quella di andare de sfroos), è diventata uno dei momenti più attesi dei concerti e, per la felicità comune di chi si chiedeva dove trovarla, farà parte del disco. Davide l'ha già cantata davanti ai diretti interessati che hanno risposto commossi: è una canzone dedicata ai minatori di Frontale, in Valtellina. Una canzone in italiano, lingua che fa capolino in diversi casi in questo disco che privilegerà, comunque, il vernacolo tremezzino. «Non conosco il loro dialetto, quello che si parla dalle parti di Sondalo - spiega - Ma mi affascinava raccontare la storia di uno di questi uomini che vivevano praticamente senza mai vedere il sole, rimettendoci anche la salute. Musicalmente, poi, mi sono divertito a sovraincidere tutti i cori creando una cosa che sta a metà fra gli alpini e i watussi». Chissà se resterà sul disco finito? Ce ne sono altre dalle quali Davide, però, non vuole ancora sollevare il velo. Non ce ne vorrà (speriamo) per uno spiraglio piccolo piccolo, giusto per mettere ulteriormente l'acquolina in bocca. Sarebbe un delitto se non arrivasse presto al pubblico, infatti, un pezzo destinato a entrare nel novero di quelli più amati dell'autore: una ballata semplice ma penetrante, che potrebbe intitolarsi in tanti modi ma Once upon a time in Milano non sarebbe sbagliato. Come nel film di Leone si tratta di tre storie che si intrecciano, tre vite che prendono strade diverse, sullo sfondo un capoluogo lontano dagli stereotipi.
E ora parta il conto alla rovescia: salvo ritardi entro fine anno.
Dispari.
Alessio Brunialti
marina
 
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