da Genesio57 » lun lug 25, 2005 2:16 pm
Con questa mia riflessione, vorrei inquadrare maggiormente, anche a me stesso, la figura del musicista Python. Dato che delle scelte artistiche di Davide non si viene mai a sapere nulla, cerco di focalizzare alcuni momenti cardine. Ricordo che, prima che PYTHON rientrasse alla corte di Re David, avevo avuto modo di criticare in un mio scritto pure il Becca, il quale pareva dormire per buona parte del concerto per poi esplodere in alcuni brani dov'era necessaria un'ottima chitarra. L'amalgama in quei casi era molto buono.
Concerto di Osnago 2003: per la prima volta assisto ad una esibizione con PYTHON, lo stesso Davide ricordo l'avesse richiamato dicendo che non poteva suonare del jazz su brani che non lo richiedono. Che fosse un pesce fuor d'acqua era palese. Emblematico il fatto che, alla fine del concerto Pocha raccogliesse Curricula per cercare un nuovo chitarrista.
Poi, un'intermezzo con Alessio Lorenzi, chitarrista d'esperienza, ma molto legato a schemi rock anni 60/70, si ascoltava in qualche sporadico assolo che nulla aggiungeva alla musica di Davide. Per comprendere la situazione, giorni addietro leggevo un libercolo dedicato a Joni Mitchell; mentre descriveva il suo primo LIVE Miles of Aisles, il commentatore, parlando del gruppo d'accompagnamento asseriva: "... Bennet/Guerin, presi singolarmente sono musicisti apprezzabili: se collaborano in prima persona, come strumentisti e con compiti precisi, danno un ottimo apporto, ma quando alla figura del singolo musicista subentra l'entità del gruppo, i risultati non sono convincenti, e ne scaturisce spesso un lavoro di routine...." Penso che questo pensiero si possa riferire a molti altri casi in cui i musicisti, cosiddetti session man, suonando un po' per tutti, non riescano quasi mai ad acquisire il giusto feeling.
Poi? Cos'è cambiato? E' cambiato Davide? E' cambiato Python?
Questo non si saprà forse mai con esattezza. Sta di fatto che Davide ha affidato tutto il suo ultimo disco alle alchimie chitarristiche di un musicista che per lungo tempo era stato messo da parte con la volontà di sostituirlo in modo definitivo. Python pare abbia una dozzina di chitarre, con queste chitarre si possono creare dei suoni particolari, a secondo delle esigenze. Questo è ciò che ha fatto Python per Davide. Presumo che Davide gli abbia commissionato di creare un suono country per quel brano, blues per quell'altro e così via. Magari non tutto è riuscito alla perfezione, ma dal vivo certi brani hanno acquisito col tempo una propria dimensione più definita e precisa. Vedo Python rispetto a Davide come ad esempio vedo Martin Barrè rispetto a Ian Anderson nei Jethro Tull, cioè uno che gli crea i giusti suoni intorno. Staremo a vedere. Intanto chissà se si riesce ad andare il 4 agosto in Val d'Intelvi. Magari ci si farà un'ulteriore differente opinione, cosa che sicuramente contribuirà ad aggiungere nuovi tasselli utili a definire la persona del poliedrico musicista PYTHON.
Ultima modifica di
Genesio57 il lun lug 25, 2005 5:11 pm, modificato 1 volta in totale.
Niente è come appare, soprattutto poi per l'uomo che già di per sè è apparenza.