Concerto all'Alpheus - Roma

Commenti, anticipazioni, divagazioni...

Moderatore: Baristi

Concerto all'Alpheus - Roma

Messaggioda marina » gio mag 20, 2004 8:14 pm

Per una volta potrei fare un piccolo resoconto, potrei raccontare del viaggio, del caldo, delle rime ( :shock: ) che il Miki inventava sul nome di ogni paese istigato da Anga e Diego , delle facce che hanno fatto i ragazzi quando ho detto che eravamo stati invitati a pranzo dalla Birba e avevo rifiutato perchè era tardi ( ma tanto a Modena si mangia male ... :D ) o di come è bello viaggiare al pomeriggio sul grande raccordo anulare cercando un'uscita che sulla mappa doveva essere a un km e mezzo e invece era dopo sette... :evil:

Potrei raccontare dell'Alpheus, degli spettacoli (!) e di come i tempi della serata si siano dilatati a dismisura..
di come si deve diffidare della "madona del petroli" :shock:
e di come sia bello ritrovare vecchi amici...
dei tanti fans romani che ballavano sotto il palco....

e invece no

vi trascrivo solo quello che il "Comitato di Accoglienza" ha scritto a Davide e mi ha dato in copia.

"Anche a Roma si ascolta Davide Van Des Sfroos" *

Esiste una zona di noi stessi, dove convergono suoni, odori, colori, sensazioni che non hanno nome o linguaggio codificato dalla ragione... Un suono, sentito alla radio anni fa... e in una frazione di secondo, trasportata da quella musica, mi sono ritrovata in un ricordo sepolto di bambini.
"Polenta ... " cantava e poi "fate, spiriti, fantasmi, folletti" ... e poi
"La Memoria..." non capivo nulla, ma un magico suono mi ha fatto gustare questa musica che viene cantata in una lingua, per noi romani, un po' ostica, ma soprattutto sconosciuta, quasi misteriosa.
Eppure questa stessa lingua ha una musicalità sua propria che ben si unisce ai ritmi folk e di ballate, a punte rock e danze senza tempo.
In principio, il significato, con le sue rigide certezze, non ha importanza, poi si può andare a cercare e scoprire il senso di quel filo conduttore che tiene insieme le parole di Davide.
Ed è lì che è stato come trovare un fratello che non sapevo di avere.
Mentre immagini della mia vita e di quella di altri che ho conosciuto scorrevano davanti l'occhio del ricordo, mi sono ritrovata a ballare e ridere, ricordare, piangere e cedere al suono di questo linguaggio che è quello di molti di noi.
Il linguaggio di una piccola, grande umanità che vive e non si arrende.

Comitato d'accoglienza
omnia in omnibus sunt


Grazie Raffaellla.

* La s in più non è un errore ma al comitato "De" Sfroos sembrava troppo in dialetto romanesco :D
marina
 
Messaggi: 973
Iscritto il: mer feb 19, 2003 5:38 am

Torna a Concerti

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 31 ospiti

cron