Noi parcheggiavamo al ciuk, e non all'arrivo della prima funivia, come fanno tutti i turisti.
C'era la seggiovia che partiva dal nostro parcheggino ancora di quelle fatte con i seggiolini arancioni, scarni ma accoglienti. Comperavamo lo skipass e ci sedevamo sul seggiolino dell'impianto ancora fermo, vista l'ora. Poco dopo arrivava il capo-impianto, ci vedeva appollaiati, sorridendo ci salutava e azionava il tasto rosso che faceva partire la seggiovia.
Così cominciava l'ennesima giornata sulla neve.
Così ho conosciuto Bormio.
Ieri, 28 dicembre 2005, dopo un pomeriggio passato ad attraversare quella valle, tra musica ed aspettative; ieri, dopo le innumerevoli volte che fui in questo luogo, in fondo alla Valtellina, per la prima volta ho visto il centro del paese.
Il motivo era semplice: ammazzare il tempo nell'attesa del concerto.
E così tra un aperitivo allo spumante ed uno al rosso di valtellina, recuperavamo informazioni dalla dubbia utilità, come ad esempio che temperatura c'è in giro. -10 risponde la simpatica biondina del bar "la torre", "non ha mai fatto così freddo qua a Bormio" ci dice.
Poi un piatto di pizzoccheri, quindi tutti al palapentagono, per l'ennesimo concerto, forse l'ultimo di una lunga ma non lunghissima serie, ma sicuri che sarà uno splendido concerto.
Prima di entrare passa la Tiziana che mi sorride da lontano, oggi tornerà a volare come una falena andalusa.
Il python che sempre mi riconosce e mi saluta. Le tanto odiate sedie, che cercano di avvicinarsi al palco e che tra poche canzoni verranno irrimediabilmente resegate in tribuna, insieme alle altre anime tranquille. I cauboi sotto il palco, valtellinesi DOC e non.
Si comincia.
El diavul versione 2005 in apertura, la balera, e poi tutte le altre, il fendin, de andrè, il pamir, un paradiso dello scorpione con un totale (per me) sconosciuto che suonava la tastiera "bluseggiando", condito dalla chitarra del python.
Una ninnananna, un genesio che fa cantare tutti, ed emozionare soprattutto me.
Un cyberfolk dove davide cantava versi salentini su una base reggae, anzichè durante la pizzica di Anga, e poi "Dolce luluuuu, non piangere piùùùù". Pazzo ed ispirato.
E poi la sorpresa, un allegro personaggio della val d'Intelvi che suona 3 canzoni di fila, 3 canzoni dai testi molto interessanti, con davide seduto in seconda fila, che non smetteva mai di sghignazzare.
Mi sembrava di guardare telelombardia quando invitano i gruppi locali.
Ma diversi cori si levavano dal pubblico: "DO-RI-NO! DO-RI-NO!", oppure "VAI DORINO PAGA UN BIANCHINO!". Divertentissimo.
Poi il gran finale che ti fa capire che tutto sta per finire anche se non è ancora finito niente.
Poi i saluti, gli arrivederci e il viaggio di ritorno, sicuri di aver fatto la cosa giusta, sicuri che fare 400 chilometri in una sera, partendo da Milano a Bormio + ritorno, con la preoccupazione di tutti per la neve che cadeva, sia stata la cosa migliore.
Un saluto speciale alla Ele, la Marina e a quell'astemio del Bertin.
Un leggero e sarcastico pensiero alle persone che non ce l'hanno fatta, ad arrivare fino qua.
Gall