da breva » mar nov 08, 2005 4:52 pm
è sempre bello vedere le facce di chi va ai concerti di Davide.
perché dà la dimensione di quanto indefinibile sia il suo pubblico,
di come sia impossibile classificarlo per età, genere, classe
sociale, professione.
cammino nel palatenda di verbania canticchiando 'cyberfolk', e penso
che, se avessi una cinepresa e potessi riprendere le facce di chi
vedo, verrebbe fuori un gran bel film.
famiglie con figli, bimbi che cantano, gruppi di ragazzi, coppie
giovani e meno giovani, uomini, donne. visi freschi o rugosi,
giacchette alla moda o combinazioni truzzacchione, vestiti tipo sono
appena uscito dall'ufficio, tute tipo ho appena finito il turno.
capelli rasati o rasta, codini e trecce, magliette in tema cauboi o
della polisportiva.
ma le facce dicono tutte le stessa cosa: dicono la soddisfazione di
essere lì. e le bocche sorridono, e cantano.
a verbania cantano in tanti. e se ne accorge anche Davide, tanto che
a un certo punto si rende conto che può divertirsi un po' anche lui,
e dirige il coro: su 'hoka hey', su 'cyberfolk', sulla 'ninna nanna',
ma soprattutto sul 'figlio del guglielmo tell': lì addirittura glielo
dice, al pubblico, che è preparato e deve fare bella figura...
il nuovo arrivato andrea porta il flauto e un po' di aggeggi. poka e
silvio stanno dietro a un Davide maestro di cappella, che spesso
lascia la chitarra e canta a braccio. anga colora da par suo. e la
formazione alleggerita vola via sul batell del diavul.
Davide premia le facce contente e le gole stremate (anche quelle che
dovrebbero tacere per salute...) con una ballata del genesio in cui
il coro è sostenuto dal violino, e diventa, davvero, preghiera.
lì, le facce cambiano espressione. ne hanno sempre una sola, ma è di
emozione pura.
il lago maggiore fuori da lì ha le stesse ombre di quello di como. e
le facce sono tutte di akuaduulza. per questo i cuori cantano in coro.
"Considero ogni forma di razzismo convinto una patologia e non un'ideologia" (Davide Bernasconi)