da breva » gio set 15, 2005 1:12 pm
per una volta, il maltempo è giunto provvidenziale. l'acustica e la capienza di piazza castello a mantova non avrebbero reso giustizia ad uno spettacolo come quello pensato da Davide appositamente per il festival della letteratura.
invece, il teatro è da sempre la sede ideale per una proposta così intensa, direi intima.
ed il teatro è gremito. pochi (ma buoni) fans, soprattutto 'furestèe' curiosi di ascoltare le storie di Davide.
che inizia invitandoci a fregarci le mani, al posto di applaudire, per evitare che il soffitto ci seppellisca. scaramanzia? no. rito sciamanico di un artista che, quando va in trasferta, è sempre in tensione: la sua musica piacerà? capiranno i non laghée? riuscirà a conquistarlI?
li ha conquistati. rendendo innanzitutto omaggio a sergio endrigo, con una versione unica di un pezzo che ogni tanto inserisce nei concerti ('non ci saremo più ci sarà ancora sanremo'), e che ha come ritornello 'partirà, la nave partirà'...perché quello, secondo lui, è stato il brano che gli ha fatto capire che si potevano creare immagini attraverso le canzoni.
e, poi, portandoli per mano nel mondo del suo lago, accompagnandoli fra i bar della zona, spiegando, come una guida un po' stonata, i segreti dei nomi, dei riti, dei miti, di un mondo che sembra inventato, e invece è vero.
i racconti e la musica, mescolati insieme. la chitarra evocante di phyton, e l'apporto determinante delle infinite armoniche di sugar blue, un fuoriclasse del blues, uno che ha suonato con gli stones, ma che, come tutti i grandi, ha l'umiltà di seguire il volo da pipistrello della poesia di Davide.
non ho mai sentito (e credo non sentirò mai più) "hoka hey" cantata e suonata così. e neanche una "curiera" a scoppio ritardato, lenta e quasi struggente."trenu trenu" nella sua più nuda anima blues.
e la perla dell'intro del "corvo", con l'armonica in evidenza, come nel disco.
racconti e musica. la gente ascolta in silenzio, ma ad ogni pezzo applaude, sempre più convinta. e ride e sorride, forse anche senza capire tutto, semplicemente stregata dalla capacità affabulatoria di un uomo che alla fine parla anche in dialetto mantovano, esternando la propria simpatia per la città, che è anche il suo ringraziamento per una serata speciale.
le stelle brillano all'uscita dal teatro. ma ce ne erano anche dentro.
"Considero ogni forma di razzismo convinto una patologia e non un'ideologia" (Davide Bernasconi)