da Occhio di lago » mer apr 06, 2005 10:45 am
Il politologo Massimo Fini: una figura molto esposta. Il suo successore, per avere carisma, dovrà misurare le sue apparizioni
«Ha usato i mass media e ora i mass media usano lui»
elisabetta colombo
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Non c’è da stupirsi per la folla, le lunghe ore di diretta tv, la sovraesposizione di questo evento. Il politologo Massimo Fini afferma: «Giovanni Paolo II ha fatto grande uso dei mass media e ora i mass media usano lui».
Quindi una figura, secondo lei, troppo mass-mediatica?
“Politica e mass mediatica. Politica perchè è stata determinante per la caduta del comunismo o ancora perchè ha appoggiato l’indipendenza croata, mass mediatica perchè ha fatto un uso spropositato dei mass media, dalle tv agli aventi, ai concerti. Tutto ciò ha fatto sì che in qualche modo scomparisse il messaggio dei valori”.
Eppure qualcuno lo ha accusato di essere stato troppo “conservatore”
«Sì, i suoi valori erano antichi, forti, ma hanno perso la loro visibilità, sono stati assorbiti, fagocitati da questo uso dei media. In realtà, è passata la figura di un Papa moderno. In 26 anni di pontificato Papa Giovanni Paolo II° ha aumentato il suo prestigio, ma nel frattempo le chiese si sono svuotate e le vocazioni sono crollate.
È stato percepito più come una “star” che come una guida spirituale. Tant’è che, nonostante la sua dichiarata ostilità alla guerra due paesi estremamente cattolici come la Spagna e la Polonia sono entrati in guerra”.
I suoi viaggi, il suo contatto con la gente, la sua capacità di riunire le folle: tutto inutile?
«Credo che sia proprio questo il nocciolo: è stato un Papa troppo nel mondo per potersi distinguere dal mondo. Il suo messaggio morale è stato superato, annebbiato dall’eccessivo accentrarsi sulla sua figura, cosa che metterà in difficoltà il suo successore».
Il successore, appunto, quali scenari si apriranno adesso?
«La Chiesa è in crisi assoluta. La gente, non trovandovi più esaudite le proprie esigenze spirituali , si rivolge ad altri culti, anche più poveri rispetto alla raffinatezza della Chiesa stessa, persino alle sette o all’astrologia.
La Chiesa, così mondanizzata da Woityla, sta scomparendo, almeno nel mondo occidentale. Sicuramente non era questo ciò che il Papa voleva ottenere, ma io credo che avrebbe dovuto limitare la politica e le esibizioni mass mediatiche e dare più spazio ai valori. D’altra parte la grande ecumenizzazione di Woityla è funzionale alla globalizzazione, cioè a quel trionfo del libero mercato contro il quale il Papa stesso si è battuto».
Come vede il successore di Papa Woityla ?
«Credo che dovrebbe essere una figura meno mondana, anche meno simpatica, magari. Penso anche alle immagini di questa morte: ricordo quelle dei papi precedenti, quando il silenzio era rotto solo da qualche comunicato stampa del Vaticano. Erano eventi più sacrali; oggi assistiamo invece ad un caravanserraglio grottesco e anche, a mio avviso, offensivo per lo stesso Papa. Immagino che ogni vero cattolico abbia preferito ritirarsi a pregare in silenzio. Ma non poteva che essere così, perchè il Papa stesso ha esibito la propria sofferenza, togliendo così significato all’evento. “Il Papa è morto”: si doveva aprire e chiudere così. D’altra parte questo sovradimensionamento non è una peculiarità del Papa...».
Quindi il prossimo Papa dovrà essere diverso, più riservato?
«Se avesse coraggio, lo farebbe e otterrebbe risultati migliori. Penso a Pio XII° che si mostrava raramente e aveva, proprio per questo, un grande carisma. E penso a certi cantanti, e l’accostamento non vuole essere irriverente, che non appaiono mai in Tv e sono amati proprio per questo. Il Papa dovrebbe misurare le proprie apparizioni per non essere uno come noi. Il Papa non deve essere come noi. Il carisma del prossimo Papa starà, credo proprio nella misura».
[Data pubblicazione: 06/04/2005]
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Kuesto è, in buona parte, ciò ke penso di kuesto evento: il Lutto....
…uno sguardo che non marcisce…
questo mio canto non porta timore, questo mio canto non serba rancore,
sono soltanto il corvo e oggi ho cantato. Ja sem Slobo, ja sem gavrana