Giusto per non far morire questo topic.
Piaciuto mi è piaciuto, parecchio. Il perché mi è un po' meno chiaro.
C'è da dire che sono sfacciatamente di parte nei confronti di David Lynch, nel senso che a priori mi piace. L'ho visto un paio di giorni fa in dvd e sono un paio di giorni che non smetto di pensarci.
Ho cercato diverse interpretazioni, ma probabilmente l'errore è proprio qua: cercare di rendere plausibile un sogno delirante di quel pazzo del regista.
Io l'ho inteso così, la prima parte i desideri sognati dalla protagonista bionda, la seconda la vita vera, come si sono svolti effettivamente i fatti.
Il simbolo, quella scatola blu a forma di cubo, gli manca una dimensione, perché in questo film ci si trova catapultati in un mondo che non esiste, a far i conti con i demoni che abbiamo in testa.
L'altro simbolo, la chiave che ritorna a fine film e chiude il tutto con una parola: "silenzio". Forse è questo il messaggio di Lynch "è inutile che vi spacchiate la testa a trovarci un senso. Guardatelo zitti e aperti e lasciatevi trasportare in una dimensione parallela, non sempre esiste un perché".
Mi sa che dovrò rivederlo, son 2 ore e mezzo di inquietudine, un estratto puro di quella mente squilibrata e geniale.
«Quell che l'era diventa adéss, e quell che l'è quell che po' véss… ne la parola sugnada dei pèss»; e Lynch è sicuramente un altro che coi suoi pesci ha un bel dialogo.
Solo per gli appassionati veri, gli altri si addormenterebbero sussurrando "che vaccata, che vaccata".