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La storia di Mark

E sono partito
(after “E semm partii”)


My waking is full of dread
of every ring of the telephone
on my desk. Another lost soul
crying out how terrible the world is.
But my heart is half asleep
and my bones are only awake
to the dredge of crawling inhalation
as I try to inflate myself upright.
Part of my soul is flattened
underneath my soles and screaming
far respite, the end of selflessness.
To exist alone far me.
And I dose my eyes and I
have crossed Piazza Garibaldi
and hear the crunch of gravel
till reach my favourite seat;
Peace.

DAE

 
E sono partito
(dopo “E semm partii”)


La mia sveglia è piena di terrore
ad ogni squillo del telefono
sulla mia scrivania, un’altra anima smarrita
che urla come terribile è il mondo.
Ma il mio cuore mezzo addormentato
e le mie ossa sono solo sveglie
alla fatica della strisciata inalazione
quando tento gonfiarmi ritto.
Una parte della mia anima è appiattita
sotto le mie suole e gridando
per una tregua, la fine dell’altruismo.
Vivere solamente per me.
E chiudo i miei occhi e (io)
ho attraversato Piazza Garibaldi
e sento lo scricchiolio della ghiaia
f ino a che arrivo al mio favorito posto a sedere;
Pace.


traduzione di : DAE

 

 

 

Mark Fletcher

Questa poesia nasconde dietro di sé la storia di un destino che ha unito molte persone e che , forse, vale la pena di essere raccontata.
Era il 1992, Mark Fletcher proveniente da Shieffield, Inghilterra, era impegnato in un viaggio che lo avrebbe portato in Africa, con la sua moto, una Guzzi.
Proprio nei pressi di Mandello del Lario, la moto, un po’ per caso o, chissà, forse per l’aria di casa; decise di fermarsi. Mark sapeva che un imprevisto del genere sarebbe capitato, prima o poi, durante il viaggio, ma ancora non sapeva che la sua vita avrebbe preso una piega diversa da quel momento.
Andò subito ad informarsi per la moto e gli dissero che ci sarebbero volute almeno un paio di settimane, così Mark si cercò un alloggio, diciamo di fortuna, per il tempo del suo soggiorno obbligato; trovò sistemazione in una roulotte del campeggio e, nonostante facesse freddo, a lui andò bene comunque. Nei giorni a seguire curiosò per il paese e in breve tempo,senza accorgersene, si innamorò di questo posto, del lago, delle montagne e della gente. Instaurò numerosi rapporti d’amicizia con molte persone, essendo per natura molto socievole; i suoi amici dicono che ha conosciuto più gente lui che loro in tutti gli anni passati a Mandello.
 
Purtroppo la riparazione della moto richiese molto più tempo del previsto e Mark aveva quasi finito le finanze, così si cercò un lavoro, lo trovò in breve tempo e in altrettanto breve tempo lasciò il suo alloggio di fortuna e si sistemò in un piccolo appartamento.
I mesi passarono e lui si integrò benissimo nella vita del paese, così bene che, quando la moto fu pronta a partire, Mark decise di restare a vivere a Mandello.

La vita scorre tranquilla, ha un buon lavoro e degli ottimi amici e ha imparato l’Italiano molto in fretta. Mark ha molte passioni tra cui il calcio e non ha dimenticato la sua squadra lo Shieffield United e coinvolge tutti in questa sua passione, così tanto che viene fondato un Club dello Shieffield Mandellese, che viene presentato a Shieffield nel 2000, e una delegazione entra in campo prima della partita, a presentare il Club, con grande entusiasmo da parte di tutti.

Mark non solo ama il calcio ma anche le freccette,così insegna a giocare a i suoi amici,che in cambio gli insegnano il gioco della scopa e della scala 40;proprio durante questi scambi di insegnamenti,impara anche a parlare il dialetto,poiché molti degli amici lo parlavano più che l’Italiano. Un grande aiuto gli venne dato dalla musica,e già ,anche lui rimase affascinato dalla musica del Davide,e ,in breve tempo,imparò tutte le canzoni,migliorando così il suo dialetto.
Quando torna in Inghilterra, a trovare i suoi genitori e i suoi amici, diffonde la musica del Davide e le sonorità folk colpiscono anche loro, in particolare Duncan che è l’artefice della poesia.
Quando Duncan viene a trovare Mark rimane anche lui incantato dal lago e dalle montagne e proprio quando è qui, inspirato dall’atmosfera magica dei luoghi, scrive After e semm partii; Duncan ha una caratteristica particolare, per cui forse è rimasto più affascinato al dialetto di altri suoi amici inglesi, lui non parla l’Inglese ma il Gaelico che è una forma di dialetto antico. Duncan è tornato in Inghilterra, ma un pezzo del suo cuore e della sua anima sono rimaste sulle rive del lago e forse un giorno si riuniranno.

Duncan

Mark dopo 10 anni vissuti sul lago, tornò, per amore, in Inghilterra, dove, qualche tempo dopo, ebbe un incidente in moto in cui perse la vita (“quant el diaul el pica el ciapa la mira”).
Ha lasciato un grande vuoto nel cuore di tutti i suoi amici, che per mantenere vivo il suo ricordo , organizzano un torneo di freccette”casalingo”, il cui ricavato va alla fondazione ”Save the Children” di cui Mark faceva parte, e che finanziò il viaggiò che cambiò il corso della sua vita.

Mark è l’esempio di persona che, grazie al suo carattere e allla sua curiosità, è riuscita ad abbattere le barriere che una differenza di cultura e lingua può erigere tra le persone.
Mark ha legato persone lontane tra loro, non solo fisicamente, con un sentimento d’amicizia profondo che vivrà in eterno come il suo ricordo.


Ciao Mark.

www.susgi.com

Sheffield United Supporters' Group Italia

 

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