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Lettera a Davide

Da Giovanni Goj una lettera a Davide e una poesia

 

Buongiorno a tutti.

Non so se questa mia mail arriverà mai a questo Davide,
menestrello del Lago.
Mi presento. Mi chiamo Giovanni e amo la Natura.
Sono un falconiere abituato a stare all'aperto, tra boschi, pianure, montagne e laghi.
Amo scrivere e descrivere ciò che mi circonda e adoro la musica.

Perché scrivo? Perché é RARISSIMO trovare una musica o una poesia che ti
faccia pensare "questo é il linguaggio di ciò che vedo".
Bene, Davide, con le sue canzoni e con la sua poesia, perché di poesia
(e di quelle più belle, immaginifiche, direi quasi shakespiriana) si tratta,
mi ha aperto un mondo nuovo.

Guardando il nostro lago, sulle cui sponde si salutano le Orobie, le
Lepontine e le più in disparte Retiche, mi vengono in mente le sue canzoni.
Davide ha dentro il lago, ha dentro la capacità di leggere nelle onde,
nell'acqua, negli alberi, nei monti, nei visi delle persone.
Non so bene come descrivere tutto questo.
In queste canzoni, così piene di riflessione e bellezza,
ed anche un certo pizzico di malinconia, c'é un modo
di parlare che non appartiene agli esseri umani.
Davide ha colto un modo di comunicare veramente più profondo e autentico.
Nelle sue parole c'é il buonsenso, l'intelligenza viva di chi sa osservare e, magari,
commuoversi per una semplice foglia che cade.
Perché noi tutti pensiamo sempre
"chissenefrega, una foglia che cade".
Eppure, in quella foglia che cade, c'é
una storia, una vita, qualcosa che mai più ritornerà, diventerà tutto un
ricordo in più nella memoria del tempo.
Sarà una cosa che verrà forse dimenticata, ma che con un senso sarà esistita.
Miliardi e miliardi di cose,ogni giorno, si dimenticano, eppure esistono.
E questo nostro "non riuscire"a capire é il nostro limite
e probabilmente un Senso vero esiste, anche se non lo vediamo.

Comunque, in conclusione...
Devo ringraziare questa persona che mi ha descritto così bene il lago che più amo,
la mia adorata Valtellina dove ho studiato e lavorato.
Non conta tanto il fatto che non ci si conosca.
Perché noi siamo pensiero, qualcosa di più di queste due mani e di due piedi per
terra. Davide tocca tasti che parlano a tutti e che parlano di una
fratellanza intimamente legata ad ogni uomo ma, chissà perché, nascosta in
ogni giorno della nostra vita.
Spirito puro e spirito libero carissimo amico Davide.
Le tue canzoni possono sollevare dal più profondo e triste momento.
D'altra parte un uomo che scrive:
"suta el ventru de ogni barca e sura la cràpa de ogni sàss
sura el rusàri de ogni memoria... ma sura de te resterà gnanca n' pàss...
gnanca el suu che te früsta la schèna o la loena che pucia giò i pee,
gnanca la spada de ogni tempesta riüssirànn a lassàtt un disègn..."
Non può che avere dentro di sé un linguaggio e una sensibilità comuni
solamente a pochi esseri viventi.

Complimenti Davide.
E grazie.

 

 

 

Quel lago
Ombra del cielo azzurro
Dove si specchiano nuvole,
E nell'onde noi
Vediamo l'infinito.

Le tue onde parlano
Nello stesso modo
Al povero e al ricco
Allo stolto e al colto.

Tu sei, dove i monti
Rinfrescano i loro pensieri.
Sei più basso del cielo
Ma del cielo sai tutto
Perché in te si specchia.
Uomo e cielo si guardano in te.
Uomini e cielo s'incontrano in te.

Le tue onde cullano i sogni
Che la Brèva ruba
Dagli occhi degli innamorati
O di chi respira del tuo pensiero.

Lago, che non lasci ricordi
Perché sempre dimori in noi
Che t'aggrappi ai passanti
Malinconico d'anni e di volti
Cullami nei miei sogni
Dimmi ciò che Dio t'ha detto.

 

Giovanni Goj

 

 

 

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