Ranieri "Ragno" Fumagalli

baghèt

 

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Clicca per ingrandireRanieri "Ragno" Fumagalli ha suonato il baghèt per Davide durante il tour di Brèva e tivàn, nel corso del 2000.

Prima ha fatto qualcosa sicuramente, aspetto che me lo scriva in email.

Attualmente suona sempre il baghèt in giro per l'Italia e l'Europa, in un gruppo che accomuna due culture lombarde.

disegno di Nicola Fumagalli

Una breve introduzione alla musica di Ragno:
per secoli l'alphorn [corno delle Alpi] e il baghèt [la cornamusa bergamasca] hanno condotto vita parallela a cavallo dei passi aplini senza mai avere occasione di incontrarsi. Lecati entrambi alla cultura popolare, in questo insolito spettacolo vogliono sperimentare nuove sonorità, unendo - grazie anche all'accompagnamento di percussioni etniche - i balli e la vigorosità delle cornamusa alla maestosità sonora del corno delle Alpi. Lo spettacolo prendendo spunto da questa ricchezza di materiale, propone un girovagare tra valzer, scottish, polche, mazurche, manfrine, "arie per alphorn" e ballabili, tra ritmi oggi desueti ma ancora brillanti nel gioco delle dinamiche sonore, qui esaltate dall'inconsueto organico.

Si spazia tra brani di musica antica e melodie più recenti, tutti però con una forte connotazione popolare ed un legame alla cultura musicale alpina. Protagonisti sono l'alphorn originario del versante settentrionale delle Alpi e la cornamusa bergamasca baghèt accompagnati da altri strumenti popolari: i flauti e le ocarine, le campanine [strumento simile allo xilofono con risuonatori in vetro, usato ancora ai giorni nostri in provincia di Bergamo dai campanari per ripassare e studiare i brani che poi saranno eseguiti sul campanile con le campane a tastiera, tradizione conosciuta come allegrezza o suonare a festa], la chitarra e le percussioni [legni, pelli, terracotta, metalli, ecc.]. L'incontro fra questi strumenti avviene in un paesaggio ritmico filologicamente non coerente ma che ben amalgama le varie sonorità.


Baghèt

Fin dal 1400 nelle prealpi lombarde era consuetudine ballare e cantare al suono del baghèt. Antico strumento diffuso sia nelle corti dei nobili che nei mercati e nelle feste popolari, è giunto fino ai giorni nostri rimanendo legato al mondo contadino. Con il termine baghèt si intende infatti una cornamusa che fino agli anni '30/'40 animava i momenti di incontro nelle valli orobiche. Lo strumento, con una canna per il canto e due bordoni per l'accompagnamento, da solista guidava i canti, i balli e le veglie serali trascorse d'inverno nelle stalle.
Valter Biella e Ranieri Fumagalli, oltre ad essere baghèttisti di fama nazionale ed internazionale, da anni sono impegnati nel recupero e nella rivalorizzazione del patrimonio musicale etnico locale, collabroando con numerose formazioni tra cui la Bandalpina e la Associazione Meridiana.
Franco Svanoni, muovendosi all'interno di esperienze artistiche tra jazz, teatro, canzoni d'autore, rock e musica etnica, contribuisce ad aricchire l'inconsueto insieme.

 


Alphorn

Il corno delle Alpi, usato già dal 1200 dai pastori dell'arco alpino come strumento ra richiamo, è uno strumento unico per dimensioni e sonorità. Si tratta di un semplice tubo in legno d'abete che può emettere solo una ristretta gamma di suoni naturali il cui tumbro dalle forti sensazioni evocative legate agli ampi spazi delle Alpi, bene si amalgama con la cornamusa in un connubio che vede l'incontro tra tradizioni musicali collocate a cavallo dei passi alpini che sono sempre stati canali e vie di scambiom conoscenza e incontro delle genti montane. Anche compositori come L. Mozart, Brahms e, più recentemente, Farkas hanno scritto per questo insolito strumento considerato ormai la voce delle montagne.
Andrea Passoni e Stefano Pedratti dopo essersi diplomati in corno al Conservatorio Verdi di Milano e aver collaborato già dal 1987 con le più importanti orchestre sinfoniche italiane, dal 1994 si sono creati un vasto repertorio per l'alphorn, con l'intento di valorizzarne l'affascinante espressività timbrica.


I musicisti:

  • Valter Biella ~ baghèt e campanine
  • Ranieri Fumagalli ~ baghèt, flauti e ocarine
  • Andrea Passoni ~ alphorn e chitarra
  • Stefano Pedratti ~ alphorn
  • Franco Svanoni ~ percussioni

 

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