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Data: 25 febbraio 2005
Ora: 20:30
Locale: Palazzo dei Congressi
Città: Lugano (CH)

Informazioni:

I racconti del primo concerto del tour scritti da DIEGO 900 e GALLONE:
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Ambra e Porpora, il risveglio dei sensi.
Volendo dare un titolo emblematico alla serata di venerdì a Lugano, mi suona bene questo e per i seguenti non elencati candidi motivi.
Partendo innanzitutto dai colori di palco e abiti di scena, votati alla tinta seppia del Passato. Se lo spazio-tempo fantastico dove impiantare un racconto gotico non fosse il passato, Smigol l'avrebbero vestito da pippobaudo e non girerebbe con un minimalista perizoma ambra, appunto.
Mi è piaciuto molto l'idea del rettangolone alle spalle dei musici con raffigurate linee lacustri, nuvole strambe e una grossa luna imperante da dove ogni tanto si aprivano sagome a forma di luce. Dava impressioni a volte Pink e a volte Floyd (..come si dirà Ambra in inglese?).
Gli abiti di scena. Ed ecco arrivare il porpora: non che fossero monocromatici ma, se carta alta vince, secondo me il porpora era l'asse di briscola, quando la briscola è coppe. Quel sapore al palato di rosso antico, presente? Niente a che vedere col liquore, penso ad un ciuingamm gusto fàmbrus: persistente e con aromi di bosco-shymmtakula.
Una menzione particolare va fatta per il coprichioma di Anga: lo trasformava in una via di mezzo fra il Gatto di Pinocchio, la Volpe di Pinocchio e un ragazzo della via Pal vestito da Lucignolo, tutti di Comencini.
Ambra e Porpora, donne di compagnia, fresche fresche da un ipotetico e caldo Moulin Rouge (rouge, manco a dirlo..), ballerine nel Paradiso dello scorpione e ancora non dei sensi, fortunatamente.
Si da un nome a tutto ciò che sta a cuore? Mi son state. Scenograficamente, ovvio!Ma i sensi risvegliati sono altri. Mettici l'anno e mezzo abbondante ad orecchiare canzoni e concerti come aspirine (il sapore sempre quello ma ti tolgono molti mal di testa); aggiungici quell'insana e splendida mania di passare del tempo con quattro, o quaranta, desfans in un carnevale di occasioni in cui le aspirine, sempre quelle, non le sputi.
Due più due fan quattro foglie e inizi a pregare che qualche cosa si muova, perché la voglia di nuovo inizia a farsi sentire. Ma un po' questo lo sapevo, me l'ero detto.
Onesto con me stesso, ho ascoltato il nuovo cd più volte cercando di non farmi influenzare dall'animaccia cauboi (Cfr. Imbuto del diavolo):
con spirito critico, come si dice. Le differenze con i lavori precedenti di Davide sono ovvie e sono balzate agli occhi di tutti; c'è chi le gradisce e c'è chi no, com'è giusto che sia e qualcuno (mi sembra Francosmino) ha aggiunto che ai primi ascolti apprezzi solo alcuni brani mentre altri ti lasciano perplesso fino a quando prendono poco alla volta il posto dei primi.
Io avevo intrapreso quest'ultimo impervio ma gratificante sentiero quando, nel bel mezzo del cammin, la giusta via l'ho smarrita perché mi sono perso in ambrate nebbie di musica porpora, in un palazzo di cemento armato.
L'Alighieri non c'era, fra i cauboi non l'ho visto; Beatrice non so, forse era sul palco a cantare o a suonare nella Bandesfroos, chi lo sa. C'erano invece i miei sensi, non tutti ma quasi, ritrovati e assetati di belle cose. E che bevuta!
Per davvero, mi ha sorpreso risentire quella sensazione che prende alla sorgente del respiro quando delle ondate piacevoli ti investono senza preavviso.
Elencare o raccontare i momenti in cui è successo? Credo ne uscirebbero sterili panzane buone solo a riempire il sacco delle lenzuola usate, quindi evito.
Posso testimoniare invece di applausi sinceri di un pubblico numeroso e attento, curioso e ben impressionato dallo spettacolo. Posso dire che l'espressione raggiante della persona che ti incontra e ti dice `Devi scriverlo che è stato bellissimo!' ti fa capire che i colori non li hai visti perché sei un invasato, o comunque che non lo sei solo tu.
E' stato bellissimo.
Unico dispiacere della serata l'assenza della Michi, a cui devo rendere 30 e non so più bene quanti euro, che prima mi ha prenotato il biglietto e poi ha saltato a piè pari l'appuntamento perché dei microbi influenzali, insulsi e musicalmente indifferenti le hanno frenato slancio e sorriso.
Poi ho perso la via del ritorno verso il parcheggio, la strada buona per uscire da Lugano e non per ultima la voglia di tornare a casa.
Però questo è deja vu.
DIEGO 900
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Data: 25 Febbraio 2005
Luogo: Lugano (Sfizzera)
Persone: tante
Acustica: perfetta (dalla mia posizione)
Atmosfera: gradevole con picchi emotivi
Veniamo al sodo:
Le cose più belle:
- il ritornello cantilena laghee con i tamburi rullanti in akuaduulza, profondo.
- i due battiti di nacchere un secondo prima dell'inizio di madam falena, spagnolo
- l'inizio di una canzone tanto inattesa che stento a credere ancora adesso di averla sentita (nonu aspis), sorpresa
- una canzone che di colpo mi ha proiettato la mente in quel caldo e calmo, estivo fine settimana di dolceacqua, nostalgia.
Questioni tecniche: non pensavo davvero che facesse tutto tutto il disco :)
Sospirata e sentita molto l'assenza della fisa, o per lo meno la non presenza come in passato.
Mentre ha cantato de sfroos ho notato davide che coreggiava iol lollorollollo con molta carica, quasi a voler dire: "finalmente una canzone che ti tira su" spero di aver notato bene :)
Non è una critica negativa la mia, ma solo una cosa che ho notato, magari erroneamente.
Più ascoltavo akuaduulza e più mi convincevo che avrebbe cominciato il concerto con el baron, e così è stato.
Mi aspettavo però un inizio con l'intro di akuaduulza invece qua ho sbagliato.
Ah dimenticavo, c'è stata una canzone dove mi stavo innamorando, ma non ricordo quale canzone e di chi :)
Sciao a tucc
Gall

Davide

Alessandro

Edo Perlasca

Davide e Tiziana

Flamenco

la band quasi al completo

Alessandro e Saro

le ragazze del Paradiso dello Scorpione

il Corvo

Python

 Python

le streghe del Fendin

Fendin

Saro

Anga