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Data: 20 aprile 2001
Ora: 21:00
Locale: inTeatro Smeraldo
Città: Milano

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Per questa grande occasione, anche noi abbiamo una cosa speciale. Un articolo apparso sul numero di giugno 2001 del "Buscadero", una delle più autorevoli riviste italiane di musica.

Davide Van De Sfroos è un fenomeno e ogni suo concerto è un evento, ma quello che il ragazzo ha tenuto la sera dello scorso 20 aprile al Teatro Smeraldo di Milano brilla di una luce particolare: sarà per la splendida cornice di un teatro pieno fino all'inverosimile, uno dei più rinomati della metropoli milanese, con posti comodi, visuale e acustica pressochè perfette; sarà perché ogni concerto del poeta-cantastorie comasco si trasforma in un rito sciamanico che richiama sempre un mare di proseliti, tant'è che allo Smeraldo c'è gente che è stata costretta a restare fuori. Un po' rabbino, un po' sakem di una vivace tribù, un po' iman di una eterogenea comunità multigenerazionale, Davide, rifiutando strumentalizzazioni politiche o schieramenti ideologici, abbatte barriere sociali e mentali per raccontare piccole storie e ritratti di tutti i giorni; flash che scaturiscono dal quotidiano. Immagini che, con sensibilità, sentimento ed ironia, partono dalle radici della memoria ancestrale per raccontarci scorci e frammenti di vita. Sono storie e sentimenti in cui tutti possono riconoscersi e capita così di vedere veterocomunisti cantare al fianco d'integralisti padani, giovani punkettari ballare a fianco di morigerati sacrestani, vecchi alpini applaudire insieme a giovanissimi studenti delle medie... Davide è un bambino coi calzoncini corti che và a caccia di lucertole e, anzichè all'oratorio, và a catechismo nei circoli o nelle osterie per bersi avidamente storie e avventure raccontate in prima persona da vecchi partigiani e contrabbandieri; accompagna la zia Nora al mercato per ascoltare racconti e leggende del lago, di streghe e fate che accompagnano il ciclo delle stagioni e della natura. Sulle rive del lago i laghée e ombrosi pescatori fomentano la sua sete con novelle di fantasmi che vivono in fondo al lago. Ed è così che il Bernasconi cresce assorbendo tutto ciò e germoglia in lui la voglia e l'esigenza di osservare il mondo per raccontarlo partendo proprio dalle sue radici per guardare al domani. Il suo cd Breva e Tivan ha venduto qualcosa come 35mila copie e il mini-cd d'ispirazione biblica Per una poma altre 22mila; mentre il primo mitico cd Manicomi, a fronte di una tiratura iniziale di circa mille copie, si stima ce ne siano almeno diecimila copie masterizzate nelle case dei fans. Oltre a ciò l'amico ha pubblicato tempo fa una raccolta di poesie intitolata "Perdonato dalle lucertole" e un paio di mesi or sono ha dato alle stampe "La balada del Toni e del Capitan Slaff" un poema epico con accluso un cd. Un libro che vi consigliamo caldamente.
Con lui, sul palco, c'è una formazione essenziale: basso, batteria, chitarra e il fido Bila the Kid fisarmonica e tromba; per una volta niente flauti, violini o cornamuse, ma non per questo è scomparso l'imprinting folk; un folk con i colpi di tosse, il tepore di una stufa a legna e di un bicchiere di vino rosso. E' un folk spontaneo, comunicativo e genuino, partorito nelle piazzette, nelle osterie o al seguito delle processioni religiose del paesino di provincia; con poco filologismo, ma con un sound vigoroso e diretto che mischia le carte e s'infiamma per una chitarra rock.
Tra le canzoni proposte citiamo Cauboi, un'esplosione aitante e festosa, un bozzetto con l'immagine dei giovanotti di provincia che affrontano spavaldi il sabato sera in città; Il Genesio, song splendida e pregna di poetica profondità, un brano che dovrebbe apparire sulle antologie scolastiche e proposto poche volte dal vivo. Dal baule degli inediti salta fuori la suggestiva Il fantasma del lago, (quand'é che si deciderà a pubblicarlo?); nella penombra del palco spuntano i graziosi lineamenti femminili delle Balentes, un coro sardo che accompagna il nostro nella commovente Ninna nanna del contrabbandiere e in una Hoka-hey da brividi; davvero suggestivo poi il connubio tra dialetto lombardo e sardo in questi due brani. Mentre la band suona le note de La nocc (la notte), song jazzata stile anni '40, appare una figura femminile in tailleur avorio a declamare passaggi assemblati dalle canzoni di De Sfroos mentre Davide mima con gesti ironici alle varie frasi e poi annunciare "signore e signori: madame Lella Costa" e uno scrosciante applauso premia la brava attrice. A far muovere le gambe c'è l'ironico inno social-popolare La curiera, l'affetto dei ricordi è rappresentato da Pulenta e galena fregia e tra i nuovi pezzi che andranno sul prossimo cd abbiamo ascoltato la Television. Fermiamoci qui, ci sarebbero tante altre cose da raccontare, ma è certo che quella del 20 aprile è una serata che i De Sfroos-Heads non si scorderanno facilmente.

Claudio Giuliani ~ © + ® Buscadero 2001

 

 

 

Davide

Davide

Davide e Claudio

Billa

La curiera dello Smeraldo