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venerdì 9 marzo 2007
teatro nuovo rebbio - como
ore 21:30
FARAFALLA SUCULLO
Con: Giuseppe Adduci, Giambattista Galli
Testo e regia: Giuseppe Adduci
Canzoni: Giuseppe Adduci, Giambattista Galli.
Non tutti sanno che oltre ai sei milioni di ebrei i nazisti sterminarono nei campi di concentramento migliaia di dissidenti politici, di minorati psichici e fisici, di omosessuali e di zingari.
La storia ufficiale si è occupata poco delle sofferenze di questi ultimi, probabilmente perché non ha trovato tra di loro chi avesse sufficiente voce e volontà di grido.
Il teatro, come a volte succede, corre in soccorso dei meno potenti, ed è questo il motivo de la farfala sucullo.
La storia
Durante un rastrellamento in un campo di nomadi un ragazzo zingaro viene salvato dalla madre che lo affida a un medico nazista, mettendolo al suo servizio e prospettando al medico la possibilità di fare su di lui – zoppo – esperimenti che gli consentano la notorietà. Il medico lo porta con sé, di là della rete di un lager in cui sono racchiusi migliaia di ebrei.
Il ragazzo ha la capacità di fare racconti in grado di affascinare chiunque. Perseguitati e aguzzini vengono richiamati intorno alle sue narrazioni con la stessa intensità, in una sorta di sospensione del tempo.
Tra gli ebrei c’è un bambino che fungerà da tramite tra lo zingaro e Miriam, anch’essa internata, di cui lo zingaro si innamorerà e di cui cercherà la salvezza con ostinazione e pervicacia.
Il ragazzo si divincolerà dal sentimento di gratitudine verso il medico, che lo ha risparmiato dalla morte ma la diffonde a piene mani intorno a sé, e alla fine...
Il metodo
In scena due narratori che con il contributo di canzoni originali alterneranno parola e musica. Impersoneranno due zingari che al suono della fisarmonica cercano elemosina, con ironia e imprevedibilità. Davanti a un pubblico riottoso giocheranno la sfida di raccontarsi in cambio di una moneta, disvelando “i segreti del mestiere” e le peripezie di una dinastia che ha come segno distintivo un grosso neo a forma di farfalla, simbolo di una libertà che non vogliono cedere.