da "L Provincia di Como", 13.03.05

Articoli su Davide e il suo mondo apparsi su giornali e riviste

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da "L Provincia di Como", 13.03.05

Messaggioda breva » dom mar 13, 2005 5:07 pm

Successo per l'iniziativa organizzata dall'assessorato alla cultura di Villa Saporiti nella Sala bianca Canto popolare, maratona al Sociale Nove ore di convegno seguite da un folto pubblico.
Van De Sfroos entusiasma senza cantare

Non solo Van De Sfroos. Se il bardo della Tremezzina era il nome di maggior richiamo del convegno «Canto popolare: la tradizione, la ricerca, gli usi», che si è tenuto ieri nella sala bianca del Teatro Sociale, non è stato certo il suo intervento (durato una decina di minuti) a motivare la "resistenza" del folto pubblico che ha seguito i lavori dalle 9 del mattino fino alle 6 del pomeriggio. «Dopo trent'anni di dimenticatoio c'è, per fortuna, un ritorno di interesse», ha rimarcato Massimo Pirovano del Museo etnografico dell'Alta Brianza (coordinatore del convegno), ricordando che a metà degli anni Settanta Como ospitò una rassegna di due settimane dedicata alla cultura popolare. «All'epoca l'ideatore fu Roberto Leydi, che organizzò tutto assieme a Italo Gomez. La serie di appuntamenti, infatti, faceva parte dell'Autunno Musicale». Ieri Leydi, il massimo etnomusicologo italiano, è stato ricordato in una relazione di Febo Guizzi dell'Università di Torino. Si è parlato di ricerca, ma si sono anche ascoltate molte performance (da Elsa Albonico al Canzoniere popolare della Brianza, dalle Sorelle Panzeri ai D'Altrocanto). Fausta Bicchierai, che ha curato la segreteria del convegno promosso dalla Provincia, ha sottolineato «l'approccio storico e sociologico rispetto a un'espressione che ha valore documentale». E l'assessore alla Cultura Edgardo Arosio ha dichiarato raggiunto l'obiettivo della rassegna pluriennale «Le parole sommerse» di cui quello di ieri era l'appuntamento conclusivo. «Siamo riusciti a portare avanti la catalogazione e la ricerca accanto all'aspetto divulgativo - ha detto -. L'abbiamo fatto per i nostri figli, che parleranno soprattutto inglese: quando si diventa cittadini del mondo è bene avere nel bagaglio la conoscenza della propria storia per capire meglio quelle degli altri popoli». «La musica popolare è sempre esistita - ha chiosato tra gli applausi Davide Van De Sfroos -: dal Salento, alla Sardegna fino alla Norvegia. Non abbiamo mai preteso che l'Italia parlasse in grecanico, piuttosto che in sardo, ma finché qualcuno si esprimerà in queste lingue, è giusto che vengano utilizzate anche per scrivere e cantare. Le capiscono in pochi? La settimana prossima aprirò a Roma un concerto del bluesman Willy De Ville. Qualcuno dirà: "Non capisco questa lingua". Ma non capiscono neanche De Ville. È il suono che coinvolge». Pietro Berra
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