Da "Corriere della Sera" del 07/05/04

Articoli su Davide e il suo mondo apparsi su giornali e riviste

Moderatore: Baristi

Da "Corriere della Sera" del 07/05/04

Messaggioda Fantasmino » ven mag 07, 2004 1:36 pm

CRONACA_MILANO


RASSEGNE / Al Leoncavallo musica, dibattiti, danza e gastronomia


I Chichimeca danno il via al mese del folk


Sull’onda dei grandi successi raccolti da Van de Sfroos, si assiste a una rinascita del folk nostrano che annovera, oltre ai nomi noti, anche nuovi interpreti. Occasione per conoscerli, la rassegna che si apre oggi al Leoncavallo, «La Musica e l’Autore»: sei appuntamenti con concerti, ma anche dibattiti, gastronomia e danza. Stasera si comincia con i Chichimeca : gruppo sardo, con alcuni ex componenti dei Tazenda, propone un sound originale, capace di sintetizzare le tradizioni dell’isola e la musica latina, con canzoni in italiano e in spagnolo. I lombardi Polverfolk , innamorati dell’Irlanda e delle sue ballate, suoneranno venerdì 14 maggio. Mentre il 20, Renato Curcio e Piero Fumarola discuteranno sul tema de «L’identità locale» ; il 21, spazio a «Il paese delle mille danze» , ensemble che si cimenta con musiche popolari di provenienza varia. Il 22, Opa Cupa e Cesare dell’Anna offriranno un mix di pizzica salentina e danze tradizionali balcaniche e rom. Gran finale il 29, con Il Parto delle Nuvole Pesanti e Luf : se i primi, calabresi, appartengono alla categoria «nomi noti», con un vasto pubblico e tournée in Germania e negli Usa all’attivo, i secondi si mettono sulla scia dello stesso Van de Sfroos, dispensando un solido folk rock in dialetto brianzolo. ( Matteo Cruccu ).
LA MUSICA E L’AUTORE, C.S. Leoncavallo, Via Watteau 7, Milano, ore 22.30, ingresso con sottoscrizione, fino al 29 maggio, altre informazioni su www.associazionecastalia.org

--------------------- ------------------------- -----------------
E' interessante notare come Davide venga utilizzato come "pietra di paragone" quando si parla di musica folk. Pur non essendo presente direttamente DVDS, è importante vedere quanti musicisti in qualche modo a lui collegati parteciperanno a questa rassegna.
"Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare"
OSCAR WILDE
Fantasmino
 
Messaggi: 574
Iscritto il: mar gen 07, 2003 12:24 am
Località: milano

corriere 11/5/04

Messaggioda Michi » mar mag 11, 2004 8:29 am

DAL VIVO / L’artista lariano presenta con la band nuovi arrangiamenti dei suoi successi


«Canto i fantasmi del lago»

Van De Sfroos sul palco dell’Alcatraz nel giorno del suo compleanno


D ove abita il cantore del Lago di Como Davide Van De Sfroos? «A Mezzegra, nel centro Lario, nella zona un tempo chiamata Tremezzina. Sono nato a Monza, ma vivo qui da quando avevo due o tre anni».
Musicista, cantautore, viaggiatore (un album del 2001 s’intitola «E semm partii»), scrittore (tre libri, il più noto è «Le parole sognate dai pesci»), Van De Sfroos, classe 1965, usa nelle canzoni il dialetto «laghée», quello della sua terra, ma raccoglie suggerimenti artistici dalle musiche del mondo, è un ricercatore di nuove sonorità.
Non le capita di sentirsi stretto in un piccolo paese?
«Per le mie canzoni questo mondo di provincia è stato sempre fondamentale, anche in senso antropologico: cercare di capire il modo di vivere del pescatore, del contrabbandiere, del contadino. Io abito tra un lago profondo e alte montagne, tutto ciò ha un forte valore simbolico. Poi, è chiaro: da ragazzo andavo alla festa del paese con la radio in spalla, ascoltavo Dylan, i Clash, Leonard Cohen. C’è stata, senza dubbio, la spinta ad andarsene, a uscire. Ma ho voluto rimanere anche per potere raccontare a tutti questo mondo».
Uno dei colori del lago è la malinconia. Come si traduce nelle sue canzoni?
«Lo spleen del lago... certo. La gente del Lario ha imparato a pilotarlo. È chi viene da fuori che può spaventarsi. Proprio su questo aspetto scuro, «dark», gotico, del lago sarà incentrato il mio nuovo album, che spero uscirà nel 2005. Ci saranno le leggende, le oscure paure dei mostri e del babau, le streghe e i fantasmi di queste parti».
Le radici, il dialetto, la tradizione. Ma Davide Van De Sfroos sulle sponde del lago ascoltava di frodo («de sfroos» significa «di frodo», il cognome vero è Bernasconi) i Clash e ha cominciato a suonare, negli anni Ottanta, in un gruppo punk rock, i Potage. Culturalmente, si considera un conservatore o un progressista?
«È un problema difficile. Posso considerarmi un bipolare schizofrenico: vorrei che tornassero in uso i nomi degli attrezzi agricoli e fossero ripristinate le feste tradizionali. Ma ascolto anche la musica elettronica e sono affascinato dagli alieni. Sono posseduto dagli opposti, guardo avanti e contemporaneamente nello specchietto retrovisore».
Qual è il confine tra memoria e nostalgia?
«Quando il cuore batte all’indietro, è lecito. Ma se inciampa, cade nella tristezza. È un confine sottile, un cammino delicato, però necessario. Un uomo che non conserva la memoria è un uomo senza equilibrio. Molti cercano soprattutto la coerenza con il tempo, con una posizione, con uno status, ma la coerenza è una qualità tipica anche delle pietre».
Arriviamo al presente: il concerto milanese?
«Assieme alla band, farò il nostro spettacolo collaudato, dove si salta e si balla con le canzoni dei miei dischi, alcune arricchite con i fiati. In più, alla chitarra ci sarà un ospite speciale, Alessio Lorenzi, e molti arrangiamenti sono stati curati dal bassista Alessandro Parilli. Una sola cosa mi dà da pensare».
E cioè?
«L’11 maggio è il giorno del mio compleanno e mi mettono in galera... suono all’Alcatraz».

VAN DE SFROOS, Alcatraz, via Valtellina 25, Milano, alle ore 21, biglietti 15
Matteo Speroni
Michi
 
Messaggi: 225
Iscritto il: mer feb 19, 2003 2:18 pm
Località: Oltrepo' pavese


Torna a Rassegna stampa

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 30 ospiti

cron