da: "www.corrieredicomo.it" - 12/02/2013

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Messaggioda marina » mer feb 13, 2013 12:32 am

De Sfroos: «Sanremo, bestione che crea attesa»
MARTEDÌ 12 FEBBRAIO 2013

Personaggi - I ricordi festivalieri del cantautore comasco che sta lavorando al suo prossimo doppio album

Dopo due edizioni da protagonista, nel 2011 con Yanez e lo scorso anno come autore di Adele Fornaciari, Davide Van De Sfroos questa sera torna a seguire Sanremo da semplice spettatore.
«Il Festival l’ho sempre guardato – racconta il cantautore lariano – con curiosità e rapidi commenti, insieme a pochi amici patiti di musica. Ora c’è qualche amico in più sul palco, come Francesco Silvestre dei Modà per cui è difficile non fare il tifo e augurare per lui e il suo gruppo un buon risultato. Ma fuori dai giochi posso seguirlo con più serenità».
Intanto Sanremo fa sempre discutere.
«Piaccia o no, è un evento, un bestione che fa rumore e crea attesa. L’importante è che le canzoni restino protagoniste e non siano una pallina rimbalzata da altre situazioni di contorno».
Per la prima volta i brani saranno due.
«Bene, così sarà più divertente e ci saranno più chance per i cantanti che potranno avere strategie diverse e gareggiare con più cuore».
Nella serata dedicata alle canzoni storiche lei aveva interpretato “Viva l’Italia” di De Gregori.
«Ci sono tante canzoni che mi sono rimaste dentro fin da ragazzino: Chi non lavora non fa l’amore e Un albero di 30 piani di Celentano, L’arca di Noè di Sergio Endrigo, Donna Rosa di Nino Ferrer, Il gigante e la bambina di Lucio Dalla, Ave Maria di Maria Carta. È bello che il Festival di Sanremo dedichi una giornata alla storia della musica italiana».
Il dialetto, invece, è scomparso.
«E un po’ mi dispiace, non posso negarlo. Ma finché non si farà avanti qualcuno come Franco Battiato, Pino Daniele o Carmen Consoli, nomi che possono fare la differenza, resterà una nicchia».
Intanto le sue canzoni sono volate fino in Brasile.
«Laggiù la musica è uno stato vitale. Hanno trasmesso via radio Kamell, una mia vecchia canzone, anche se pensavo fosse più adatta El Carnevaal de Schignan, più esotica, carioca e ballerina».
Il suo nuovo tour interagirà anche attraverso i social network; che rapporto ha con questi strumenti?
«Distaccato e curioso, anche se da qualche mese ho deciso di utilizzarli con prudenza. In particolare il mio sito e Facebook dove comunico in prima persona. Se usati nel modo giusto, sono un canale incredibile per raccontare in tempo reale quello che succede. Spesso il contatto diretto permette di fare arrivare messaggi importanti e risolvere attraverso le parole qualche problema, è un livello di interazione con chi ti vuol bene che va oltre le canzoni».
Il 7 aprile, “Teritoritour” farà tappa a Como al Teatro Sociale, nell’anno del suo bicentenario e De Sfroos non poteva mancare...
«Se li merita tutti i suoi 200 anni. È un posto speciale, sempre più bello dopo il recupero della facciata sud, con una acustica meravigliosa. Ci lavorano grandi persone, da Romano agli insegnati fino a chi lo dirige. È il cuore dell’arte a Como, funziona bene e regala ancora brividi».
Il viaggio lacustre di “Terra e acqua” come prosegue?
«È un magnifico cammino partito da Torno, che mi permette di scoprire cose di cui avevo solo sentito parlare. Ed è esattamente ciò che cercavo: la visione di ciò che non si è visto. Più che un documentario è un vero e proprio film».
Il nuovo atteso disco a che punto è?
«Ci sto lavorando. Ultimamente mi sveglio molto presto, anche prima dell’alba. Un momento magico in cui raccolgo e fisso sogni e pensieri. Poi, nel pomeriggio, mi chiudo nel mio rifugio e provo a dare una musica a ciò che ho scritto. Ma non tutte le canzoni nascono così, dipende dal momento».
Sarà un doppio album?
«Sì, ormai questa è una cosa certa. Ho bisogno di due spazi diversi per contenere stati d’animo contrapposti. E dato che è tornato in auge è molto probabile che lo pubblicheremo anche in vinile». E qui i fan “rischiano” il quadruplo.

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marina
 
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