dal Corriere di Como on line 6/5/04

Articoli su Davide e il suo mondo apparsi su giornali e riviste

Moderatore: Baristi

dal Corriere di Como on line 6/5/04

Messaggioda Michi » ven mag 07, 2004 7:55 am

Domani nella vicina Svizzera, sulla piazza Centrale di Biasca e l'11 maggio nel tempio meneghino del rock alternativo. Davide Van De Sfroos porta il suo Laiv sul palco dell'Alcatraz, dove negli ultimi anni si sono esibiti gruppi come i Counting Crows e i Calexico, cantautori del calibro di David Gray e Ryan Adams. Un segnale forte che dimostra come il fenomeno "laghée" abbia da tempo valicato, non solo il confine territoriale, ma anche quello musicale.
Il nuovo tour è iniziato da poco e la sensazione che il "capo indiano" sia tornato per riabbracciare il suo pubblico è sempre più credibile.
Ritiene De Sfroos credibile questa visione' «Certamente è una bella immagine. Però, al di là delle esagerazioni, il reale motivo per cui siamo tornati a suonare è dovuto ad una necessità, mia e del pubblico, di riprendere un rito che non si può più fermare, Anche chi viene per la prima volta ad un concerto si rende subito conto del tipo di atmosfera che si crea».
Le novità sono molte, a partire dalla sezione fiati. «Certo da "Sguaraunda" in poi dal vivo c'è un'atmosfera più balcanica, più etnica. Questo aspetto folkloristico è in parte determinato dalle situazioni, se fossimo in teatro il sound avrebbe certamente un'impronta più soft».
Come si sono inseriti i nuovi elementi, in particolare Alessio Lorenzi che non è esattamente un ragazzino' «E' un bravissimo musicista, un samurai della chitarra. Ha accettato questa esperienza, apparentemente così lontana dal suo mondo, con un entusiasmo incredibile mettendo a disposizione la sua enorme esperienza con grande umiltà».
Da dove arriva questa piccola rivoluzione' «La voglia di cambiare è certamente determinante in questa fase, anche se in realtà sono solo le canzoni più ritmate ad indossare questo vestito nuovo, alcuni classici non cambieranno mai. Anche il concerto all'Alcatraz di Milano è un segnale nuovo. È un onore suonare in uno dei punti di riferimento del rock d'autore, e d'altra parte se fossi americano la mia musica non sarebbe tanto lontana dal genere roots rock».
Eppure gli inglesi Clash sono sempre nel suo sangue, basti pensare alla cover di "Guns of Brixton". «Certo, è uno dei miei pezzi preferiti, la colonna sonora della mia adolescenza. Andavo alle feste di paese con la radio in spalla e l'arrangiamento della nostra cover riflette questo ricordo unendo lo spirito da "festa del missoltino" a quello punk».
A che punto è il nuovo disco ' «Ci sto lavorando con calma, riflettendo su luoghi, immagini e visioni e non uscirà prima del 2005. Sarà un disco ibrido, di folk gotico con vari richiami sonori che proseguirà nella tradizione del dialetto».
Patti Smith ha appena fatto un album splendido e Bob Dylan il 3 luglio sarà a Como, i grandi non mollano mai' «Assolutamente no, continuano ad essere nel bagaglio del mio entusiasmo, la loro musica è indispensabile, oggi più di dieci anni fa, basterebbe pensare agli ultimi dischi di Johnny Cash per rendersene conto».
Come è andato il libro di racconti edito da Bompiani Le Parole sognate dai pesci' « Oltre le aspettative, sia per le vendite che per la critica. Credo che i lettori abbiano capito il messaggio, anche quelli che non mi conoscevano». Abbiamo iniziato parlando di indiani, possiamo invocare il sole attraverso una sua canzone' «Speriamo allora che "Ventanas" possa spazzare via qualche nuvola».
Il cantautore Davide Van De Sfroos durante un recente concerto. Tornerà sul palco l'11 maggio a Milano


Maurizio Pratelli
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