F.A.Q. = Frequently Asked Question = Domande frequenti. Prima di mandare mail, scrivere o chiedere, date un occhio qui, qualcuno potrebbe averla fatta prima di te.

Se le risposte non ci sono significa che... non ci sono! Quindi non fatele comunque, non troverete risposta!

D: Chi è Davide Van De Sfroos?
R: Il suo vero nome è Davide Bernasconi, e non ne fa grande segreto visto che lo usa le altre sue attività.

D: Perché usa la lucertola come logo?
R: Ce lo dice lui stesso, in Paròll de sfroos.

D: Davide scrive solo musica o fa anche altro?
R: Come Davide Van De Sfroos scrive unicamente musica, ma come Davide Bernasconi ha scritto un libro di poesie intitolato "Perdonato dalle lucertole" e una storia dal nome "Capitan Slaff". L'argomento è trattato nella sezione davide.

D: Quanti e quali dischi ha pubblicato?
R: Nel 1990 una cassetta autoprodotta, Ciulandari. Nel 1994 ancora un'altra "live demo tape", Viif. Finalmente nel 1995 con i De Sfroos pubblica Manicomi, che non viene più stampato visto lo scioglimento del gruppo. Il primo disco di grande successo arriva nel 1999 e si intitola Brèva e Tivàn, pubblicato sotto il nome di Davide Van De Sfroos Band. Ancora nel 1999 un EP di tre brani intitolato La poma con il nome Davide Van De Sfroos.

D: Chi sono i Potage?
R: I Potage sono il primo gruppo (?) con cui Davide ha iniziato a suonare. Ampio spazio a loro è dedicato nella sezione band del sito.

D: Cosa vuol dire van de sfroos?
In dialetto lombardo, versione tremezzina (paese sulla sponda comasca del Lago di Como) significa vanno di frodo. Si riferisce all'opera dei contrabbandieri (sfrosadur) che da secoli attraversano il confine italo-svizzero trasportando merce di vario tipo: tabacco, caffè, zucchero, dadi da brodo, ecc. L'attività di contrabbando, rischiosissima, fatta di percorsi a piedi lunghi, faticosi, di carichi portati a spalla nella bricolla durante la notte, era una delle poche forme di sussistenza per le popolazioni lariane e per questo tali imprese hanno assunto valore epico ed eroico. Il contrabbando, come attività di gente povera e onesta, scompare negli anni '70, quando ai generi di prima necessità si sostituiscono armi droga e valuta.

D: Perché De Sfroos?
R: preso da quanto detto a Radio Popolare, il 14 maggio 2001. E' successo tutto dal barbiere. Davide era sulla sedia a farsi tagliare i capelli, e il parrucchiere gli chiede cosa sta facendo in questo periodo. Lui allora gli racconta che sta suonando in dialetto con un gruppo, su a Porlezza, vicino al confine, per cui cercavano un nome che ricordasse il contrabbando, la frode. E il parrucchiere: "Insomma fate un po' tutto de sfroos".

D: Perché i De Sfroos si sono sciolti?
R:

D: Davide canta solo in dialetto?
R: No. Davide ha scritto anche alcune canzoni in italiano. Per il prossimo album, atteso per fine anno, ha dichiarato di essersi dedicato maggiormente a questa lingua.

D: Ma Davide canta in dialetto perché è leghista?
R: No. Come ha detto più volte in varie interviste non mette politica nella sua musica.

Da un'intervista fatta prima del concerto al Bloom:

B: [...] spesso il tuo messaggio viene confuso, o peggio sfruttato, da una certa parte politica...
D: Ma guarda, io sulla politica sono anche stufo di affrontare il discorso. La risposta la trovi proprio nelle parole delle canzoni. Non c'è nessuna politica, nessuna bandierina: quello che io odio oggi come oggi nelle canzoni sono queste bandierine. Io non sono altro che un cantastorie di paese. Qui ci sono delle canzoni e le puoi esaminare: parlano di gente che sta bene, che sta male, che ha sofferto, che si è incazzata, che ha riso, che ha pianto... Un domani potrei scrivere una canzone su uno che ha fatto la guerra e che era fascista, potrei fare una ballata su uno che era comunista... ma io non ho io niente da dovere andare a spiegare politicamente...

B: Però alcune cose che hai fatto sono, magari involontariamente, politiche; e' inevitabile...
D: Guarda, quelli che vengono ai concerti sono liberi di pensarla come credono. Io non mai chiesto i documenti a nessuno. Dico semplicemente: leggetevi le canzoni e guardate se c'è qualcosa di confondibile. Ci sarebbe se cantassi degli inni, che siano rossi, gialli o verdi. Allora uno sì che potrebbe avere da ridire... Poi alle volte mi dicono "Ma sei pazzo: cantare in dialetto! non hai paura di essere confuso con, preso per...": ma sarebbe molto più spaventoso il contrario! Io dovrei avere paura di cantare in una lingua che cantavo quando avevo sei anni? Non fraintendermi, l'italiano mi piace tantissimo e non ho problemi a fare una canzone in italiano come ho fatto nell'ultimo disco, ma anche se mi dicessero che potrei vendere molti più dischi, non smetterei di cantare in dialetto. Cambiare per avere successo sarebbe come se, uno che ha sempre fatto un vino che ha la caratteristica di sapere di prugna, si mettesse a fare il tavernello semplicemente per vendere di più!
[...] bloomriot.org

Con le sue canzoni Davide vuole portare avanti unicamente un discorso culturale, quindi non lo stressate (e non stressate noi) con domande politicanti! Diversi schieramenti hanno tentato di portarlo alla loro causa, ma lui suona indistintamente per l'uno o per l'altro, perché viene apprezzato da sinistra a destra, senza distinzioni!

D: Perché Manicomi non viene ristampato?
R:

D: Ci sono registrazioni dei concerti?
R: Pubblicazioni ufficiali no. Ci sono chiaramente i bootlegs che i fans fanno girare tra loro.

D: Come mai Davide cambia così spesso i musicisti?
R:

D: Chi è il genesio?
R:

D: Cos'è Il genesio?
R:

D: Da dove prende ispirazione Davide per le sue canzoni?
R: Davide ascolta molto la gente, frequenta i bar dove può ascoltare le storie degli anziani, le chiacchiere di paese, i miti e le leggende. Da qui lui prende spunto per scrivere musica. E gli basta molto poco, ve lo assicuro! Ad esempio, per tornare sul tema politico di una domanda poco sopra, la canzone Saddamsaddam è stata scritta unicamente perché al bar c'era quel discorso in ballo.