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Frispole..! (Ovvero il concerto
al Thunder Road)
Ero al Thunder l'altra sera, e mica poco. Curioso
come un orso davanti a un vespaio per il timore che una sciamata
di blues mi investisse le orecchie. Lo so che è ignoranza
musicale la mia, ma la musica dell'anima nera non arriva a scalfire
più di tanto la pallida scorza da suona-citofoni che
mi ritrovo, e cosi sia. Quindi temevo il ritmo e gradivo la
fantastica novità di Davide che porta sulpalco musicisti
di quelli che si allacciano le stringhe col metronomo. Sugar
Blue ha suonato con i Rolling Stones, mi dicono, con Bob Dylan
e con non so più chi e pare allegrasse serate sul
Missisippi con Beethoven. Nientedimeno, ma blues. Chiaro, al
Thunder voglio esserci. |
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Durante il concerto scopri che è vero.
Nutro ancora dubbi sulla
storia di Beethoven ma è sicuro che questi un po' ci
capiscono e la
prima impressione è che loro, la musica, non è
che la suonano: la
vivono, la crescono dentro. Li vedo camminare con le orecchie.
Davide chiama il primo, Dolce, che esce dalle quinte con due
dita a
vu. E ride. Canterà Hey Joe di Hendrix tanto bene da
trasformarmi il
Miki di Mandello in un figlio dei fiori perso in un prato di
Woodstock (fior di croatina, s'intende). L'ho visto io.
Il secondo è il bassista. Tony 'Woodpecker' Jackson Cobin
arriva conla sua protesi di corde grosse. Son sicuro che la
tiene sotto il
pigiama, di notte, perchè senza non ce la fa. E ride.
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Canterà Billie Jean tanto
bene da sembrarmi più smorto in viso. La Tere mi indica
una ragazza, davanti a me, che impeccabile inizia a ballare
strisciando i piedi davanti ai tavoli, con tanto di vestito
e cappello di Michael Jackson. L'abbiamo vista almeno in due.
Il terzo è Sugar il Blu. Prende posto sul lato sinistro
del palco, vicino ad Anga, vicino a me appena sotto col mio
citofono in tasca.
Ha con se una piccola custodia lucente che appoggia su una
cassa, piena zeppa della musica che sarà. Non ride
perchè sempre intento a baciare un'armonica, ma rido
io: 55 anni di simpatia venuta da lontano per piazzarsi qua,
a due metri da me, padrone di un respiro non comune con cui
accompagnare chiunque in qualunque posto.
Griderà 'Davide! Davide!' per incitare i presenti a
richiamarlo sul palco dopo il classico e finto menevado, tanto
bene che qualcuno rispondeva portando un'invisibile armonica
alla bocca, in segno dirispetto. Non l'ho visto, ma sarebbe
stata cosa buona e giusta.
Il batterista è salito solo alla fine. Credo sia Ariaan
Land, non ho capito bene, ma so che non teme i tuoni, la vertigine
e la cortesia. E' rimasto una buona mezzora seduto su una
sedia davanti alla transenna ad ascoltare e ad applaudire
quando finiva un brano, attentissimo. Quando si è alzato
ha gentilmente offerto la sedia a noi che stavamo dietro in
piedi. E' un gesto, niente di più e molto semplice,
ma poteva anche non farlo. Sono le piccole cose da cu iintravedi
se una persona ti piace o no. E ride.
Vai te a spiegargli, poi, che in quel momento mi serviva una
sedia come l'asfalto all'erba. Questo perchè non me
l'avevano detto, non c'avevo pensato, non me l'aspettavo veramente..
Sono uomini in blues, è vero, ma il funky non glielo
devi mica insegnare te! E negli strappi di ritmo funky di
basso e batteria io c'ho lasciato l'anima.
Poi ho puntato il muso dell macchina verso sud, pronto a vedere
il mare, con un centinaio di litri fra bonarda e buttafuoco
al seguito e pensavo: ho una bella serata in tasca, sabato
prossimo ce n'è un altro e ci voglio andare, alla faccia
del blues, e tra poco vedo il mare. Mi manca niente? No.
Forse solo una qualche canoa sul tetto.
Ora spengo la luce, sennò non ci vedo.
Diego 900
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